In Assisi, partita in sordina e purtroppo senza molta pubblicità, c’è in questo periodo una piccola gemma, ed un motivo in più per venire a visitare la città, la mostra “Una profondissima quiete. Francalancia e il ritorno alla figura tra De Chirico e Donghi”, fino al 4 Novembre, a Palazzo Bonacquisti, nella Piazza del Comune. Curata dall’inesauribile Vittorio Sgarbi, insieme a Beatrice Avanzi e Michele Dantini, resa possibile dalla Fondazione Cassa Risparmio Perugia. Finalmente nella città è in corso una mostra degna di una importante città d’arte, dedicata ad un artista nato ad Assisi e di rilievo come Riccardo Francalancia, non ancora completamente inquadrato e neanche in verità molto conosciuto al grande pubblico.
Una mostra pertanto che ha le sue ragioni nel legame dell’artista con la città ed il territorio, presente con quasi cinquanta opere, che a loro volta vengono illuminate e messe in relazione con opere dei più importanti pittori del Realismo Magico, e qui abbiamo opere di Donghi, di De Chirico, Cagnaccio di San Pietro, Trombadori, e poi Mafai, Tozzi, Capogrossi , Casorati, Rosai, Pirandello, Filippo De Pisis ed altri. Questa capacità di accostamenti e di proposte dà alla esposizione un carattere nazionale ed internazionale, perché molti dei pittori presenti sono tra le firme italiane più ricercate nei mercati mondiali dell’arte. Come scrive Vittorio Sgarbi, è notevole che si celebri Francalancia ad Assisi, non perché sia nato ad Assisi ed in Umbria abbia trascorso la propria prima giovinezza, ma perché lo spazio naturale e spirituale di Assisi, il paesaggio e lo spirito di Giotto erano dentro di lui; un abito mentale, una dolcezza meditata, una poesia delle cose. Ma c’è in lui anche il paesaggio scarnificato, come allusione e memoria, dal lontano Ambrogio Lorenzetti, c’è la linea precisa di un Piero Della Francesca, avvolta però in una atmosfera di lucido stupore. Ecco la convergenza e l’incontro con il realismo magico, negli anni venti e trenta: “Precisione realistica dei contorni, solidità di materia…e intorno un’atmosfera di magia che faccia sentire, attraverso l’inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la nostra vita si proietta, La vita quotidiana diventa così un avventuroso miracolo”. Poi Francalancia renderà più morbidi e sognanti i suoi paesaggi, in una dimensione quasi crepuscolare, la realtà piglia un tono di tenero e segnato misticismo naturale, ben differente dai paesaggi di Donghi, di un Rosai. E qui i confronti con gli altri grandi artisti presenti aiutano a coglierne le differenze ed a calibrarne la dimensione più autentica.
Alla fine Francalancia è come se fosse insofferente alla presenza dell’uomo, in un tempo divenuto immobile.
Ecco una Mostra molto bella, raffinata ed elegante,che innalza di molto il livello qualitativo delle offerte culturali e turistiche della nostra città, un percorso straniante che ci conduce in altre atmosfere, e che aggiunge all’interno con fotografie e documenti inediti anche l’immagine di una Assisi ormai perduta.
Passate Parola.