21 Dicembre 2018

Enzo Morelli, quel romagnolo innamorato di Assisi

Claudio Volpi
Enzo Morelli, quel romagnolo innamorato di Assisi

Dal 2 Ottobre fino al 6 Gennaio 2019 è possibile visitare ad Assisi la mostra Assisi “amata città”, Enzo Morelli e l’Arte Della Conciliazione, allestita proprio nella Sala Della Conciliazione del Comune di Assisi, nella piazza principale. Mostra e catalogo a cura di Maurizio Terzetti, promossa da Umberto Rinaldi, Alberto Bettoli, Pier Maurizio Della Porta, Paola Gualfetti, Maurizio Terzetti, Francesco Venturi, con il sostegno della Città di Assisi, il Comune di Bagnocavallo e della Fondazione Cassa di Risparmio Perugia. Di Enzo Morelli (Bagnocavallo 1896 -1976), Pittore ed Illustratore, che nella nostra città visse e lavorò alcuni anni, e vi tornò
innumerevoli volte, sono presenti oltre cinquanta opere, tra dipinti, disegni e altro. È una piccola sorprendente mostra, interessante sia per gli abitanti sia per i turisti attratti dall’arte. Riscopre questo notevole pittore, riunendo una serie di opere mai viste insieme prima, contemporaneamente svela l’ordito e il significato della nostra Sala della Conciliazione, luogo che fin da bambini con le scuole siamo usi frequentare, chiarendone l’importanza, e dove il pittore Morelli con i suoi affreschi espresse il suo credo morale. Enzo Morelli scelse Assisi, dove arrivò per la prima volta nel 1922, come luogo d’elezione dal punto di vista umano e per la ricerca pittorica. Egli veniva da una terra di gente schietta, diretta, ancorata spiritualmente al terreno, e trovava una umanità simile in Assisi; dal punto di vista del lavoro pittorico, il suo naturalismo romagnolo si muoveva qui in direzione di una pittura carica di lirismo soffuso e domestico, una sorta di perduto amore per la natura nell’assorta decantazione del vero. In questo senso abbiamo nella mostra una serie di splendide vedute assisane degli anni 20 /31. La sua arte era anche collegata al famoso proclama ‘Ritorno all’Ordine’: “per cui una pittura autenticamente moderna doveva trarre ispirazione dalla propria grande tradizione, recuperando la purezza della forma e la monumentalità” (Margherita Sarfatti). Tra i vertici della sua pittura abbiamo qui ”Antica Porta”
(1925), “Case ad Assisi” (1928), “La Scala dal Prato di San Francesco” (1928), “Salita da San Pietro” (1928). Magnetici sono i due dipinti dedicati a Santa Chiara, “Le Arcate del Monastero di Santa Chiara ad Assisi” (1925) e “Santa Chiara” (Piazza), 1926, dove nella immobilità solenne delle arcate della chiesa, si avanza una inquietante processione di suore. “Il mondo esterno si affranca da ogni turgidezza e verità, tende a ritornare in uno stato di primitiva innocenza, che solo ai veri artisti si rivela”. Le sue vedute sono cariche di poesia, ma odorano di cose, trasmettono il senso silente di Assisi. Come aveva evidenziato Ezio Genovesi nel suo saggio sulla mostra “Arte ad Assisi 1882-1942” tenutasi nel 1993, Morelli sa approfondire una ricerca di valori tonali che danno ai paesaggi urbani una inconfondibile impronta di luce tersa. Altrettanto significativa è la sua produzione di ritratti, tra cui “La famiglia Sergiacomi” 1930, con un impianto abbastanza complesso, o il “Ritratto di Osvaldo Modestini” ,1931, e il “Ritratto di Antonello Venarucci” 1931, dove sono colti la grazia e lo stupore del mondo dei bambini. Sono presenti inoltre lavori su carta, acquerelli, disegni ad inchiostro, carboncini, sanguigne, matite come la bella “Testa di Monaca”. Queste opere sono più che altro appunti, annotazioni, studi e preparazioni di lavori. Dal 1926 al 1931 esegue il ciclo di affreschi della Sala Della Conciliazione, che ammiriamo direttamente sul luogo, e li vediamo spiegati molto bene. Morelli per questi affreschi dichiarò di ispirarsi al Quattrocento Italiano ed alla pittura del simbolista Ferdinando Hodler. Ma nelle figure dei francescani e delle clarisse è evidente che il pittore tiene bene a mente le immagini duecentesche. Il risultato di questa impresa è un chiaro omaggio all’immagine medievale della città, in
accordo con Fortini, c’è una grandiosa parata di personaggi francescani dalle figure iconiche, fisse e frontali. Nel medesimo tempo, con questi affreschi della Sala si esalta il ruolo affidato ad Assisi, avendo dato i natali a San Francesco e Santa Chiara. Infine, molto bella l’intuizione di Maurizio Terzetti, che va a catturare in alcune poesie scritte dall’artista il legame e il nucleo della sua ispirazione pittorica. Così concludiamo riportando i versi della poesia di Morelli “Assisi dei miei vent’anni”, che come uno scrigno racchiude i sentimenti, le emozioni, le visioni che anche voi proverete visitando questa incantevole mostra. “Eccomi calda città/ di pietre come pane caldo/ Fragrante paese/ cotto dal sole, senza ombre./ Spaziati silenzi severi/ spalancate aperture/ sulla distesa di operosi campi laggiù./ Amata città sommersa/ nel terso sacro cielo/ che i tuoi Santi avvolse./ Strade vuote/ deserte torri sparse/angeli di Cimabue/ muto incanto giottesco/tenue penombra di San Francesco/ il mio cuore si gonfia di te”. Passate parola.

Claudio Volpi

Nato ad Assisi, dove vive e lavora. Laureato in Lettere Moderne, si occupa di Arte e Antiquariato, ha una Galleria D’Arte nel centro storico della città. Dagli anni ottanta ha pubblicato diverse raccolte di poesie, l’ultima quest’anno con il volume “Voci Versate”, Casa Editrice Pagine Roma.

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