Alle pendici orientali del “Sacro Subasio”, illuminato e riscaldato dal primo raggio di sole quando ancora Assisi è tranquillamente in ombra, il pittoresco borgo di Armenzano, dal nome che evoca mandrie di buoi e di cavalli, castello di poggio a doppia pianta circolare concentrica dominato dalla “torre del feudatario”, si presenta perfettamente restaurato e merita sicuramente una visita. Ci si arriva in auto da Piazza Matteotti (445 m), imboccando la SS 444 in direzione Gualdo Tadino, dopo circa 500 la si lascia per imboccare sulla destra la SP 249 che in costante salita conduce senza possibilità di errore ad Armenzano (759 m – 10 km da Piazza Matteotti); qui si gira sulla destra e dopo poche decine di m si parcheggia accanto ai “trocchi di Armenzano” storico fontanile in completo abbandono; non dimenticate di indossare abbigliamento comodo e scarpe adeguate a una passeggiata in campagna.
Qui si inizia a camminare in salita (segnavia bianco-rossi 55), dopo poche decine di metri a un bivio si va a destra su comodo stradello in salita – sentiero del muschio – che si apre tra l’intenso colore grigio-verde del fitto rimboschimento; sulla sinistra del sentiero infatti a coprire le pietre e alla base delle piante, vasti strati di verde, profumato e umido muschio, che qui trova un ambiente ideale per crescere, tra ombra e umidità.
Il “sentiero del muschio” è davvero suggestivo e termina su strada di servizio forestale, qui conviene tornare indietro sullo stesso percorso, in tutta calma, lasciandosi andare a pensieri ed emozioni.
Risaliti in auto si torna indietro al borgo e dopo aver lambito le mura del castello si prosegue in discesa superando il piccolo cimitero ombreggiato da cipressi, quindi ancora in discesa a una sella dove si parcheggia, “la croce di Armenzano” (627 m). Punto di incrocio (da cui il toponimo) tra numerose strade e sentieri, riconoscibile per la presenza di una edicola campestre in mattoncini e di una caratteristica torre colombara. La sella rappresenta lo spartiacque tra l’incassata “Forra del Marchetto” (N-W) tributario del torrente Tescio e la placida valletta del fosso dell’Anna (S-E) affluente del fiume Topino; magnifica veduta sul versante orientale del Subasio, caratterizzato dai numerosi fossi che lo incidono profondamente.
Qui si inizia a camminare seguendo i segnavia bianco-rossi 55 che si seguono lungo placido stradello in discesa, caratterizzato dalla presenza di poderose querce che consentono di definirlo “il sentiero del vischio”, soprattutto in questo periodo, quando cadono le foglie e tra i rami spogli sarà facile notare “il ramo d’oro”. Trattandosi di una pianta parassita senza radici a terra, si diceva che – discesa dal cielo – fosse emanazione divina, i Celti chiamavano il vischio “quello che guarisce tutto”; sotto il vischio, al passaggio dell’anno, si baciano le persone che si amano.
L’ambiente è molto diverso rispetto al precedente, ma sempre suggestivo: da gustare con calma.
E da ultimo, ma non per importanza, assolutamente da consigliare nel periodo natalizio, la suggestiva rappresentazione del presepio vivente, che si svolge dentro e lungo le mura del castello, autentico presepio nel presepio.
Mettete pure nel conto che ci saranno disagi per parcheggiare, per il maltempo, per il freddo, ma tutto sarà ricompensato – alla grande – dalla magica atmosfera dell’evento, in programma il 26 dicembre, il 1 gennaio e il 5 gennaio, il tutto preceduto da un concerto di musiche natalizie presso la chiesina parrocchiale, al solstizio di inverno, ovvero il 21 dicembre, ça va sans dire! (info su www.armenzano.it). Ma certo che lo sappiamo che nella mistica Umbria – durante il periodo natalizio – decine e decine sono le rappresentazioni del presepio vivente, ma quello di Armenzano è unico, suggestivo, coinvolgente; è davvero così, non rimarrete delusi!