15 Maggio 2019

La rana bollita e Airbnb

Giacomo Buzzao
La rana bollita e Airbnb

A fuoco lento un pentolone d’acqua sui fornelli. Una rana ci si rilassa dentro beata. L’acqua, prima tiepida, diventa presto molto calda. È meno piacevole adesso, sarebbe ora di uscire. Ma la rana è nel torpore e si adatta senza farsi troppi problemi. Poco dopo la temperatura diventa così insopportabile da non lasciarle scelta. Prova allora a saltar via di un colpo di gamba, ma ormai non ha più forze.

Ci sono cambiamenti lenti e apparentemente innocui che riescono a diventare invisibili; sfuggono alla coscienza e non suscitano le dovute riflessioni. Si insidiano senza resistenza, e col tempo cristallizzano in scenari che mai avremmo accettato se proposti oggi per domani. Pure Assisi potrebbe essere immaginata sui fornelli, che bolle a fuoco lento, col coperchio che traballa per la pressione. Poco a poco la sua componente più volatile evapora dal pentolone: l’anima della città. E con essa, se ne va un ciclo storico.

Sull’epitaffio si legge: “Del turismo mordi-fuggi fece monocoltura intensiva e troppo sottovalutò lo spopolamento degli abitanti suoi.”

Perchè non tracciare nuove e più adeguate fondamenta nell’attesa di contingenze favorevoli alla rinascita?

Perché non provare a proiettare Assisi nel futuro e ipotizzare il peggiore tra i mondi possibili materializzabili in venti anni da adesso. La San Gimignano Umbra? Il parco giochi della spiritualità?

Perché non chiedersi quali silenti cambiamenti stiamo accettando con superficialità e che di fatto potrebbero facilitare il completamento della metamorfosi nella Assisi versione “non-luogo di consumo esperienziale” del presagio?

Abbiamo le capacità per sezionare il cambiamento, individuarne minacce ed opportunità, programmare tenendone conto e tamponare i danni laddove inevitabili?

In attesa delle risposte, diamo un’occhiata ad AirBnb, un fenomeno che  produce colossali mutazioni nel modo di soggiornare ed abitare le città.

Un portale online americano dove chiunque può mettere a disposizione un letto, una stanza nella propria casa e ospitare un turista. Un fortissimo incentivo economico sta alla base del suo esponenziale successo: prezzi competitivi per il turista alla ricerca di esperienze “autentiche” e l’occasione a portata di click di integrare il reddito per chi ha spazi da condividere. Gran parte degli annunci però, sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che ne gestiscono più di 4.000. Raramente si condivide l’esperienza con il titolare, visto che tre quarti degli affitti riguardano interi appartamenti disabitati. Insomma, una menzogna infiocchettata nel nome della Sharing Economy, nata da nobili intenti e scaduta in uno strumento per mascherare attività economiche ed eludere norme a tutela dei lavoratori, della collettività e del mercato. AirBnb potrà pur essere considerato un volano di sviluppo del turismo, ma quello che chiede in cambio è troppo e a pagare è quel tessuto sociale che la città decide di respirarla. Scarsità e rincaro degli affitti a lungo termine per le famiglie e gli studenti in cerca di una casa, le scale dei palazzi invase da un via vai di volti estranei per chi una casa magari ce l’ha già e ha tutto il diritto di credere di non vivere in un albergo.

E’ vero, ad Assisi la gente non fa la fila per trovare un affitto; ma se da un lato si può guadagnare affittando nel solo weekend quanto in un mese con il canone tradizionale e con minimi sforzi aggiuntivi, è anche vero che il ripopolamento potrebbe trovare un ulteriore grande ostacolo. Soprattutto se non si rispettano quelle poche regole che esistono. Finché l’acqua non è ancora troppo calda, perché non provare a uscire dalla pentola?

Giacomo Buzzao

Ha alternato esperienze di studio e lavoro tra Londra, Madrid, Barcellona, Lisbona e Parigi dove si è laureato nel 2017. Poi ha girovagato per il Sud America in cerca di risposte: non ne ha trovate ma adesso è dottorando in Economia presso l’Università degli Studi di Perugia.

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