Vedi alla voce: badante
Badante è un participio presente che ci arriva da latino medievale batare, di origine onomatopeica perché letteralmente significa: ‘spalancare la bocca’, e quindi ‘guardare a bocca aperta’; trova ad esempio attestazione nell’espressione bocca badada, cioè ‘bocca spalancata’, che si legge in un poeta milanese del Duecento. Da qui vari significati: ‘porre attenzione, avere cura, custodire, fare caso’. Ma, in antico, rimanere fissi, a bocca aperta, ammirati indicava anche l’indugiare, l’esitare, il perdere tempo, senso evidente nel sostantivo bada (‘attesa, indugio’), che rimane ancor oggi nella locuzione tenere a bada, cioè tenere sotto controllo, frenare, sorvegliare. Un po’ ciò che oggi stiamo sperimentando tutti: teniamo a bada il microrganismo mentre stiamo a bada, in attesa cioè, di tempi migliori.
di Carla Gambacorta
Lo fa anche e di più un esercito segreto, che sta intorno a noi ed ora è anche perfettamente invisibile: l’armata delle badanti. Brave persone (almeno si spera) quasi sempre di origine straniera, cui affidiamo in appalto un lavoro non sempre duro, ma certamente pesante: la cura di genitori, nonni, persone care. Secondo molti è normale e inevitabile in un paese in cui gli anziani abbondano, complice un’aspettativa di vita elevata che sì ci rassicura, ma ci atterrisce anche nel sensato timore di ritrovarci anche noi, come tanti, a invecchiare male. Altri ci ricordano, un po’ noiosamente, che il fenomeno è figlio di una contemporaneità egoista che, non potendole cancellare, nasconde sotto al tappeto vecchiaia, sofferenza e morte. Le badanti (che poi a volte si declinano al maschile, ma tant’è, la cura del corpo pare rimanere un destino femminile) sono anche un fatto molto italiano, ingegnosa soluzione autarchica e talora irregolare per aggirare il disinteresse della mano pubblica e sentirci comunque moderni: altrove lo Stato è presentissimo (Nord Europa), o lo è ancora la famiglia (paesi islamici). Vero è che ognuna di queste soluzioni mostra i suoi limiti sotto i colpi di questo virus che, malignamente, si accanisce proprio sugli anziani (l’influenza spagnola aveva fatto l’inverso). Quanto alle nostre badanti, ridotte nei ranghi da un modesto fuggi fuggi iniziale, in tempo di COVID19 si trovano di fatto azzerate le già scarse ore di libertà, ritrovandosi quasi murate vive con i loro assistiti dei quali condividono, come non mai, la triste solitudine. Ad Assisi, da gran tempo povera di abitanti, miserrima di giovani e ricca appunto di anziani, le badanti sono divenute un elemento di animazione della vita cittadina tutt’altro che trascurabile: con il loro italiano colorato ed ammirevole, il loro intersecato sistema di relazioni, la loro nostalgia di patrie e famiglie lontane, il loro affetto per una città di cui vedono i difetti, ma anche i grandi pregi. Per loro, le nostre badanti, la liberazione dal confinamento varrà doppio, e tornerà a ravvivare le nostre strade.
di Francesco Lampone
L’ascolto musicale
a cura di Dionisio Capuano
La Badante – Enrico Ruggeri [Un Viaggio Incredibile, 2016]]
Narrazione che è un truismo. Un refrain così solito da diventare noioso earworm. Ma in questo accumulo di luoghi comuni tracima la solitudine di tutti ed ognuno.