04 Maggio 2020

Generosità

Carlo Cianetti
Generosità

Vedi alla voce:   Generosità

Generosità è l’ultima voce dell’abbecedario della pandemia. La prima è stata paura. Pian piano, al termine di questo variegato percorso di parole, siamo arrivati a proporre una virtù che ha in sé il concetto più altruistico che esista: quello di dono. 

Ma chi può essere definito generoso?

Chi fa un voto in attesa di ricevere una grazia?  E’ generoso Bill Gates che dedica parte del suo sconfinato patrimonio a opere caritatevoli? Oppure è generoso chi si dedica al prossimo perché “fai agli altri ciò che fosse fatto a te stesso”? 
Un dono conserva la sua carica di nobiltà se è totalmente gratuito, magari anonimo, se non pretende ricompensa di alcun tipo, neanche psicologica o morale, se non chiede riconoscenza e allora, per definire in modo efficace la generosità ci affidiamo alla saggezza popolare che dice: “fai del bene e dimenticatene”. 

Chissà se la pandemia ci renderà più generosi? 

Certo abbiamo assistito a tante prove di altruismo: a cominciare dai nostri infermieri e medici, poi anche i sanitari venuti da lontano: i cubani, i russi, i cinesi, gli americani.
Gli studenti vietnamiti che dal loro Paese hanno inviato all’università per stranieri di Perugia 5000 mascherine, hanno suscitato la nostra simpatia. E’ stata riconoscenza, un “grazie e basta” per l’accoglienza e per gli insegnamenti che avevano ricevuto nella nostra regione. Ecco, la riconoscenza, questa sì che può essere considerata sorella – forse minore – della generosità. 

Ma la nostra breve ricerca ha un punto di approdo nei Carmina Burana: “Istud vinum, bonum vinum, vinum generosum, reddit virum curialem, probum, animosum…”

Ecco chi è davvero generoso: il vino! Perché rende l’uomo aulico, probo e anche coraggioso. Ma soprattutto il vino si dona, si lascia gustare e poi restituisce, senza nulla chiedere, allegria e spensieratezza. Allora sarà il vino a renderci più generosi non la pandemia. Alla salute!

di Carlo Cianetti

Generosità ci arriva in regalo da generositatem del latino, in cui significava ‘nobiltà’, ovvero una condizione legata alle origini familiari. Si capisce bene allora perché l’aggettivo generosum (‘nobile di nascita’ e, quindi, ‘di indole nobile’), da cui essa deriva, trovi la sua origine in genus ‘stirpe’, che ha dato vita a varie parole in italiano, anche ricche di significati, come ad es. genere. Oggi, nell’uso corrente, con generosità non ci si riferisce tanto alle eccellenti doti morali di un individuo, quanto alla sua attitudine a saper donare quelle materiali. Visti i tempi, almeno una tantum.

di Carla Gambacorta

L’ascolto musicale
a cura di Dionisio Capuano

Generosity of Solitude Pt.1 – Robert Rich [Nest, 2012]
La solitudine è la più munifica dispensatrice di possibilità. L’ambient music ne è il respiro.

Carlo Cianetti

Giornalista a Radio Rai, appassionato di Assisi, ha fondato questo trimestrale nel 1995 insieme a Francesco Mancinelli e Giovanni Bastianini

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