Assisi, pur essendo trainante per l’economia umbra, ha sempre avuto scarsa rappresentanza nei governi regionali. L’ultimo che si ricordi è Edo Romoli, all’inizio degli anni Novanta, assessore al Territorio. E ciò perché non vi è mai stata capacità, da parte dei vari comuni confinanti (Assisi, Bastia, Spello, Cannara e Bettona, che hanno una serie importante di cointeressenze), di portare avanti strategie comuni e quindi candidati comuni.
Ora alla guida della Regione c’è Stefania Proietti, che ha ottenuto un risultato clamoroso e inatteso, almeno nelle proporzioni. Al netto del fatto che un/a presidentə non può assolutamente abbandonarsi a pratiche campanilistiche, è sicuro che Stefania Proietti conosce bene le problematiche e le potenzialità di quest’area della Regione, a metà valle spoletana.
Da qui al 2027 Assisi e dintorni saranno tempestati da alcuni eventi straordinari. Nel 2025 Giubileo, santificazione di Carlo Acutis ed esposizione delle ossa di San Francesco. Nel 2026 il centenario della morte del Santo e di sicuro dimentichiamo qualcos’altro. Vi sarà un’affluenza di pellegrini e visitatori mai vista prima.
Sappiamo e ne abbiamo già scritto diverse volte che Assisi e l’Umbria non sono preparate a questi eventi straordinari. Ci sarà da soffrire non poco soprattutto in alcuni periodi dell’anno. Ma al netto delle difficoltà, questa “congiunzione astrale” andrà sfruttata al meglio.
Diamo per scontato che Proietti saprà fare la sua parte come Governatrice, il grande dilemma riguarda invece il/la futurə sindacə.
Oggi vi è più bisogno che mai di una personalità politica che abbia piena consapevolezza del ruolo di Assisi nel mondo e al tempo stesso sappia declinare nella maniera corretta le problematiche della città e del territorio. In una parola ci vuole un/a sindacə che abbia visione ampia del presente e idee di futuro.
Le ultime scelte di prospettiva e pianificazione del territorio riguardano il PRG spiattellato ai cittadini nel 2011 dall’amministrazione Ricci in piena campagna elettorale e approvato in maniera definitiva negli anni successivi.
È un PRG disastroso, che non tiene conto delle reali esigenze di una città in piena crisi demografica e abitativa, che non prevede norme di tutela del territorio e dell’ambiente, né opere di mobilità capaci di far fronte ai crescenti flussi turistici e che invece favorisce la proliferazione edilizia anche in zone delicatissime dell’area comunale. Insomma, un PRG per palazzinari anziché nell’interesse della comunità.
Il PRG fa però combutta con le normative regionali che di fatto consentono la moltiplicazione dei volumi edificabili e quindi il consumo di suolo.
Va detto che in questi 8 anni le amministrazioni Proietti hanno fatto nulla per depotenziare i piani consumistici delle precedenti amministrazioni, quantomeno niente di strutturale. Sarebbe stato opportuno mettere mano al devastante PRG, ma evidentemente si è ritenuto che non fosse una priorità, anche perché l’edilizia è uno degli strumenti più rischiosi in termini di consenso/dissenso elettorale.
E oggi la tutela del territorio non è più un’opzione: è diventata un’emergenza. E non solo per Assisi e per l’area della Valle Umbra Nord (devastata anche da aree industriali deturpanti), ma per tutto il territorio regionale.
La speranza è che questa volta Proietti e il PD, che ha assunto un peso davvero notevole dopo gli ottimi risultati elettorali, mettano mano a politiche di tutela assoluta dell’ambiente.
La partenza è già buona, con lo stop dell’AURI all’inceneritore, ma anche in questo caso è necessario qualcosa di meglio rispetto al passato, soprattutto in termini di riduzione alla fonte dei rifiuti (a cominciare dal confezionamento dei commestibili nei supermercati).
Tornando alle nostre faccende, l’auspicio è che il/la prossimə sindacə di Assisi possa essere pienamente consapevole delle difficoltà già evidenti: il centro storico è spopolato, flussi turistici ormai incontrollati corrodono la rete sociale, vanno ripensati i ruoli e le funzioni di tutte le realtà urbane del territorio e dei comuni limitrofi, servizi e sistemi di mobilità
Per decenni, compresa la fase straordinaria di ricostruzione post-terremoto, si è ragionato in termini di “qui e ora”: il risultato è che siamo nel caos.
La strategia dei parcheggi satellitari si è rivelate eccessiva in periodo di scarso afflusso turistico e insufficiente in alta stagione. In termini di mobilità siamo 50 anni indietro, il transito nel centro storico è problematico, le auto invadono anche i vicoli. I collegamenti fra aree urbane totalmente insufficienti, nessun tentativo di connettere, anche socialmente, il capoluogo alle altre realtà.
Molte opere pubbliche sono inutilizzate e funzionalmente sbagliate. Si pensi – ad esempio -al Monte Frumentario, al palazzo dei congressi, all’ascensore di via Galeazzo Alessi o al devastante sottopasso di via Patrono d’Italia che taglia con un muro la storica strada di collegamento fra Santa Maria degli Angeli e Assisi.
L’impiantistica sportiva è ferma agli anni 70 del secolo scorso, se si fa eccezione per la piscina coperta voluta da Bartolini, ma che venne realizzata distruggendo un palazzetto dello sport che aveva solo 10 anni di vita. Per non parlare poi della piscina comunale di Assisi.
Insomma, siamo all’anno zero, vi è la possibilità di una svolta che sarà realizzabile solo se chi governerà questa città avrà statura culturale, capacità di creare una squadra di persone competenti, piena consapevolezza delle problematiche presenti e soprattutto “visione”, cioè capacità di guardare ai prossimi decenni e alle prossime generazioni anziché alle prossime elezioni (citazione di incerta attribuzione, forse De Gasperi).