Il Calendimaggio è l’evento di popolo più importante fra quelli che avvengono in Assisi. Anche in questa edizione le Parti hanno mostrato potenza vitale e creativa, ogni volta stupefacente.
Alcuni numeri aiutano a capire la portata della Festa: circa 2000 sono in tutto le partaiole e i partaioli attivi, i quali per prendere la tessera pagano una quota. Più di 1500 hanno indossato l’abito medievale, anche questo a pagamento. Le cene propiziatorie hanno fatto registrare circa 1.300 presenze.
Numeri approssimativi, ma che raccontano come il Calendimaggio abbia una forza di coinvolgimento e una trasversalità (sociale, generazionale, culturale), che di fatto riguarda almeno un decimo della popolazione comunale, se si tiene conto anche degli spettatori e di quanti in qualche maniera partecipano senza prendere tessera o costume.
Negli ultimi anni il Calendimaggio ha coinvolto in maniera più diretta e consistente anche i cittadini al di fuori del centro storico: moltissimi sono ormai i partaioli attivi di Santa Maria degli Angeli, Rivotorto, Palazzo, Petrignano, Tordandrea o, addirittura, Bastia. E questo non è un aspetto secondario perché vuol dire che è l’unico evento che riesce di fatto a connettere in un comune progetto le varie realtà del territorio, solitamente scollegate e quasi sempre incapaci di comunicare.
Una volta c’erano le grandi fiere a richiamare gli abitanti del colle e della piana, ora il mondo è cambiato e l’unico momento di partecipazione comunitaria è il Calendimaggio.
Spesso si disquisisce sullo spessore culturale della Festa, sulle energie dedicate alla ricerca, allo studio e via dicendo. È vero il Calendimaggio per rigenerarsi ogni anno ha bisogno di studio e di approfondimenti: sui vari aspetti del Medioevo e Rinascimento, ma anche sulle arti drammatiche, la musica, il costume, le dimensioni antropologiche e sociali. Ma quel che più conta è la Festa, cioè il poter ri-creare con gli strumenti e le risorse di cui si dispone, lo stare insieme per sfidarsi. La gara, essere comunità – insieme e contro – in un contesto speciale e ogni volta diverso che è la Primavera, la stagione del piantar maggio, dell’accoppiarsi, dell’amore, che come diceve il poeta, “viene e va…”. Vi è, infatti, una dimensione animalesca e istintuale che stria il Calendimaggio di rudezza ed essenzialità.
Questa potenza sociale e creativa è spesso sottovalutata dalle istituzioni e dalla stesso Ente che organizza la Festa.
Dopo 70 anni dalla sua prima edizione le 2 parti non hanno ancora sedi certe e definitive. È ora, non procrastinabile, che il Comune si assuma l’onere di assegnare sedi adeguate, come ormai accade in ogni festa di un certo spessore della nostra regione: da Bevagna a Gualdo Tadino, da Bastia a Narni, senza poi parlare della Quintana e de Ceri.
Ripetiamo, anche in questo contesto, che sedi appropriate e dignitose consentirebbero alle parti di svolgere attività sociale e ricreativa anche nel resto dell’anno e ve ne è un gran bisogno, se si considera la carenza di luoghi di incontro e di socialità non solo nel Centro storico ma in tutto il Comune.
Le soluzioni esistono, basta impegnarsi un po’ e rompere certe barriere mentali. Per esempio, perché non resituire alla Parte de Sotto la porzione del Monte Frumentario di Via Fontebella? Il Monte Frumentario è stato restaurato senza alcuna visione funzionale e allo stato attuale è di fatto malamente utilizzabile. La Parte de Sotto potrebbe valorizzarlo in molte maniere.
Per la Parte de Sopra è necessario che si definisca la situazione dell’attuale sede ai Cappuccini e d’altro canto sarebbe utile un luogo di socialità e rappresentanza nel centro storico, quale potrebbe essere l’immobile dove viene attivata da alcuni anni la taverna in piazza san Rufino. E’ vero la proprietà di quel fondaco è privata ma sarebbe possibile un’operazione finanziaria con il Comune quale garante.
Poi c’è tutto il capitolo dei beni della Chiesa: vengono in mente l’ex cinema di Santa Rosa o la Chiesa di Santa Chiarella (sede della Parte de Sopra fra Ottanta e Novanta). La Curia e i Francescani che hanno spesso dimostrato notevole sensibilità verso le ragioni della socialità, si facciano parte diligente per risolvere un problema annoso e importante per la comunità cittadina.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno spesso considerato il Calendimaggio come un evento ineluttabile, da assecondare senza troppa considerazione e talvolta tollerato. Ebbene non è così: il Calendimaggio è la cosa più seria fra quelle accadono nella nostra Città e come tale va trattato.