Auguri in 2021 per il 2021
Natale è il tempo della verità universale e dei Governatori regionali. Tra gli incauti lassisti e i moderati allarmisti, nessuno sembra pareggiare Erode Ascalonita, Governatore della Galilea. Uomo crudele e decisionista, prima di ordinare la Strage degli Innocenti, uccise una moglie, tre cognati e vari figli. Temprato da tali trascorsi, non esitò nel recepire gli augustei DPCM volti al contenimento della Pandemia. La grotta di Betlemme, ritenuta ospedale da campo, venne sottoposta a limitazioni per i visitatori che non risparmiarono il mite Giuseppe. Poté assistere al parto, non trattenersi oltre. Con gli anestesisti impegnati nelle terapie intensive, la sua presenza al travaglio era un terapeutico sostegno morale in sostituzione dell’epidurale. Appena Luce da Luce venne alla luce, il casto sposo fu invitato a congedarsi dalla Vergine Maria e da Gesù Bambino. Fuori lo attendeva il nulla. Vietata ogni pratica corale, le schiere angeliche si dileguarono in un batter d’ali. Il campo magnetico della cometa oscurò la rete, più non echeggiavano notifiche o suonerie. I pastori transumanti vennero fermati in attesa del molecolare. Il calzolaio era positivo al sierologico, il fabbro all’antigenico. Chiusa alle 18 l’osteria. Giuseppe si sentiva solo e abbandonato perché ben altri patti aveva stretto col Giudice Supremo. Accettata la condizione di padre putativo, almeno l’affido doveva essere condiviso. Proprio mentre lo rivendicava a gran voce, fu avvicinato da tre giovani navigatori nel mare di sabbia. Erano riders. Per conto dei Magi, dovevano consegnare oro, incenso e mirra. Quando udirono un padre, separato dal figlio, invocare il diritto alla stabilità del rapporto, quelle parole suonarono a gloria e suscitarono immediata empatia. Recapitate anche le pizze, passarono insieme la notte rinnegando il cottimo e professando un equo contratto. Così oggi è perduta certezza che Giuseppe sia “il giusto” (Matteo, 19) per l’innata propensione all’obbedienza. Senza giustizia sociale non sarà mai Natale.