22 Novembre 2020

Francesco, la vacca e il latte

Carlo Cianetti
Francesco, la vacca e il latte

Leggendo qualche resoconto giornalistico sul grande simposio mondiale denominato “Economy of Francesco”, il cui tema centrale sono i poveri, come ridurre le distanze economiche e sociali nel mondo, come migliorare le condizioni di quanti vivono in aree sofferenti del Pianeta, mi appariva stridente e addirittura paradossale la distanza sentimentale con cui gli assisani vivono la propria Città.
Si è detto tante volte: Assisi è spesso palcoscenico di iniziative calate dall’alto e quasi mai i suoi abitanti riescono a essere protagonisti della scena che in essa si rappresenta. Quasi sempre, invece, la Città trae benefici economici da quanto avviene. Magari in questi giorni, anche a causa dell’epidemia, non si vedono sciami di turisti per le vie, ma in tutto il mondo risuona il nome di Francesco (sia inteso come Santo che come Papa) e di Assisi. E una eco, anche economica, seguirà a tanta rinomanza.
Ma se Assisi è spesso palcoscenico e se i suoi abitanti non riescono ad essere motore propulsore delle iniziative o magari solo parte attiva, la responsabilità non può essere attribuita ad altri.
Quando, come accaduto domenica scorsa, si invitano le forze produttive, politiche e sociali a elaborare progetti e a guardare avanti, cercando di dare le ali al potenziale enorme insito nel nome di Assisi, si intendeva proprio accentuare questo ragionamento: non ci si limiti alla protesta, quando la difficoltà riguarda tutti, protestare serve a poco, è necessario mettersi insieme cogliere il buono di cui si dispone e farlo germinare.
Non possiamo dimenticare il privilegio di vivere in una città come Assisi: tralascio le risorse ambientali e spirituali che questo luogo regala a chi ci vive, più venalmente mi concentro su quelle economiche. Come si fa a protestare contro la luna perché una stagione sta andando male? Come si può ignorare che gli ultimi 3 anni (2017-2019) hanno fatto segnare record assoluti in termini di affluenza turistica nella nostra città e quindi in termini di pil?

Chi vive in questa nostra Città riteniamo debba essere protagonista sia nella fase propositiva, ma anche nella custodia e produzione di valori. Forse non possiamo farci carico della povertà sulla Terra, ma vogliamo essere consapevoli che di povertà nel mondo si viene a parlare in Assisi non per caso, ma perché San Francesco ha rivoluzionato anche il concetto di economia, in senso redistributivo, diremmo oggi, e ponendo al centro la persona, la carità, l’elemosina, non certo l’oggetto. Se però vogliamo far finta che le povertà del Sud del Mondo non ci riguardano, proviamo a dare un’occhiata a chi ci sta accanto, magari alle cittadine turistiche della stessa Umbria, e ci accorgiamo che non è il tempo delle proteste, ma quello della consapevolezza, della solidarietà e delle proposta.
In passato su Assisi Mia abbiamo scritto della necessità, come assisani, di acquisire una coscienza collettiva che ci dia davvero il senso di una missione da portare avanti. Proprio per il fatto che non viviamo in una città qualunque.
Questo è, fra l’altro, quanto contenuto anche nell’articolo che abbiamo scritto domenica scorsa e che ha scatenato becerume in purezza: prèfiche del coccetto, sedicenti intellettuali, avvocati in deficit di popolarità, nullafacenti per tutta la vita, qualunquisti in cerca di un senso, scroccatori seriali anziché contestare il contenuto dell’articolo hanno sparso insulti sul web, improperi, attacchi personali, dimostrando non solo di non aver letto quell’articolo ma, peggio ancora, di averlo letto e non aver compreso una parola. Qualcuno non ha neanche capito chi fosse la vacca e chi fosse il latte.
Nella speranza che arrivi un Gesù a cacciare i mercanti coi lumini dal tempio (non ricominciate con gli insulti, è una metafora biblica!), dedichiamo alle tante persone coscienti, dubbiose e meditabonde che vivono in Assisi questo proverbio, che ci proviene dal continente più povero del Pianeta, l’Africa:
“Un sogno che tu fai da solo è solo un sogno, un sogno fatto insieme agli altri diventa realtà.”

Carlo Cianetti

Giornalista a Radio Rai, appassionato di Assisi, ha fondato questo trimestrale nel 1995 insieme a Francesco Mancinelli e Giovanni Bastianini

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