29 Novembre 2021

Laicità

Carlo Cianetti
Laicità

Laicità richiama altri termini: libertà, tolleranza, uguaglianza, apertura, visione, confronto, dialogo, rispetto, solidarietà, possibilità.
Quando ragioniamo sulle occasioni mancate nella nostra Assisi viene spontaneo pensare al complicato e sempiterno confronto fra il potere ecclesiastico e quello civile, incarnato dalla amministrazione municipale.
Una partita con un vincitore certo: il Clero. Che orienta le scelte, che attira finanziamenti, possiede un patrimonio immobiliare e mobiliare esorbitante e una capacità di proposta culturale storicamente superiore. E poi è la Chiesa –  la curia e i frati  – che gestisce la potentissima fascinazione esercitata dal suo figlio più illustre.
Fra i due “contendenti” non si sono mai gettati ponti di vero dialogo e collaborazione, ognuno è rimasto nelle proprie posizioni, nelle proprie credenze, nelle proprie abitudini, nei propri agi. Chiesa e potere civico hanno dimenticato di allungare lo sguardo l’una verso l’altro e insieme verso il mondo e verso le diversità.  Un deficit di dialogo e, quindi, di laicità.
Il famoso “spirito di Assisi” è rimasto un grande evento mediatico di portata universale, voluto da Giovanni Paolo II, ma lì è finita. Come si alimenta questa istanza ecumenica nella quotidianità assisana? Non c’è posto di preghiera per chi non è cattolico, non c’è spazio per chi è povero, per i pellegrini, per i migranti.
Non c’è vero slancio solidale, sguardo altruistico, non esiste alcuna iniziativa rilevante sul grande e sentitissimo tema della diversità di genere.
C’è invece una fede che accomuna tutti, credenti e non credenti: il denaro. Nessuno la mette in discussione. Eppure, siamo nella città di San Francesco, uomo di intrinseca laicità e per questo potente rivoluzionario.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Laicità, ‘condizione del laico’, è dal latino laicus, greco laikós, da laós ‘popolo’. Se il primo significato della voce laico è quello di ‘chi non appartiene alla gerarchia ecclesiatica’, va ricordato che in antico estensivamente designava chi era rozzo, dotato di scarsa cultura e, in particolare, che non conosceva il latino, la lingua grammaticale, opposto perciò al clericus. Uno dei più grandi esponenti del Risorgimento italiano (Vincenzo Gioberti) scrive: «le voci di ‘laico’ e di ‘secolare’ furono in origine significative d’ignoranza e di corruzione». 

Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei

Faber parla della vittoria silenziosa e definitiva della stupidità e della mancanza di morale sopra ogni altra cosa. Della sconfitta della ragione e della speranza.

La domenica delle SalmeFabrizio De Andrè

Carlo Cianetti

Giornalista a Radio Rai, appassionato di Assisi, ha fondato questo trimestrale nel 1995 insieme a Francesco Mancinelli e Giovanni Bastianini

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