20 Dicembre 2021

Universale

Valeria Molini
Universale

Papato e Impero furono i due poli attorno ai quali si composero le categorie bassomedievali, entrambi con la pretesa universalistica di ergersi a guida politica, morale e spirituale dell’intera Cristianità (“me cojoni”, direbbe il commissario Schiavone). 
Tramontarono combattendo ferocemente a colpi di tiara e pastorale contro globo e scettro, schivando con agilità anatemi incrociati e distruggendosi infine a vicenda. Ad Assisi, con l’involontaria complicità del santo poverello, le antiche tenzoni hanno lasciato una smagliata vocazione guelfa che propone Assisi come il lume nella notte dello spirito, cui il mondo guarda con reverenza e speranza. C’è da chiedersi in virtù di quali speciali meriti si avanzi tale pretesa. Accoglienza? Solidarietà? Una particolare sensibilità delle istituzioni, laiche e religiose, nei confronti di minoranze, migranti, bisognosi? Naturalmente molte associazioni di volontariato legate o no alla Chiesa, fanno molto, moltissimo, ma qui come altrove. Sembra mancare qualsiasi evidenza che giustifichi l’antica pretesa universalistica e un qualche primato spirituale, eccezion fatta per la consistente abbronzatura con cui Carlo Conti, annualmente, ci traumatizza dal palco della basilica inferiore. La perdita di un senso profondo e di una direzione sono ben più di una occasione perduta. Assisi è già da tempo un re nudo di cui tutti lodano l’impeccabile eleganza. Eppure, si potrebbe obiettare, se migliaia di pellegrini, ogni anno, si arrampicano sfiatati con le mani e con i denti su per la nostra collina, qualcosa vorrà pur dire, qualcosa si sarà pur fatto. “Tanto prestigio per nulla” argomenterebbe Shakespeare”, “not in my name” rincarerebbe San Francesco ma se volete sapere cosa ne pensa Rocco Schiavone, conviene che guardiate la serie in tv.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Universale è voce dotta dal latino universalem (coniato dall’oratore e retore Quintiliano, nel I sec. d.C., per rendere il greco katholikós), a sua volta derivato dall’aggettivo universum ‘tutto intero’, composto infatti di unus e versus, participio passato del verbo vertere ‘volgere’, quindi propriamente ‘tutt’uno volto in sé stesso’, e ‘tutto insieme’, ‘tutto quanto’. Dall’aggettivo si ebbe già in latino il neutro sostantivato universum, poi accolto nel volgare e quindi in italiano, che indica essenzialmente ‘l’insieme dei corpi e dei fenomeni esistenti in natura, e lo spazio che li contiene’.

Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei

“Sì, l’universale è qui, per tutti. Ogni foglio che leggi dice che domani è il tuo giorno fortunato. Beh, questo è il tuo giorno fortunato”. La band inglese Blur non ha dubbi:vivi il tuo presente, costruisci il tuo futuro. Il video è un omaggio a Stanley Kubrick. La band è vestita di bianco come i “drughi” di Arancia Meccanica

Universal – Blur

Valeria Molini

Nei limiti delle mie capacità, parlo di storia e filosofia con gli alunni del Liceo Classico Properzio di Assisi.

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