24 Aprile 2020

Fragilità

Paolo Mirti
Fragilità


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La fragilità, tecnicamente, è la ‘qualità di ciò che è fragile’, e proviene dal latino fragilitatem, derivato da fragilis, a sua volta originato da frangere, cioè ‘rompere’. Le parole si originano e si incontrano, e rimandano spesso con immediata semplicità al loro significato; la radice di frangere (frag/frang), ad esempio, ha dato luogo a molteplici voci, anche inaspettate, che richiamano tutte più o meno direttamente il concetto di qualcosa che si rompe, tra le quali  fedifrago, fragorefrananaufragionubifragio, in cui si “spezza” un patto, l’aria, la roccia, le navi, le nubi. E anche la nostre certezze, talvolta, possono franare.

di Carla Gambacorta

E infatti… Sembravamo sul punto di sconfiggere la povertà. I più bravi lavoravano ad un obiettivo ancora più ambizioso: allungare la vita e confinare la morte entro recinti sempre più angusti. Poi è arrivato il virus Covid 19 e ci siamo sentiti tutti maledettamente fragili e vulnerabili. Altro che dispositivi tecnologici capaci di farci sentire smart, di amplificare ogni nostra funzione e di esaudire ogni nostro desiderio. Perfino i più elementari dispositivi di sicurezza come guanti e mascherine ci sono scivolati via durante l’epidemia, diventando un miraggio. Avevamo sconfitto la competenza, giurando a noi stessi ed agli altri che si trattava soltanto di un invenzione dei radical chic e delle élites. Tutto sembrava alla portata di tutti. Avevamo imparato a curarci da soli attraverso Internet, perché quei medici non ce la contavano giusta e chissà a quali poteri occulti dovevano rispondere. Ed eccoci qua ora a brancolare nella nostra ignoranza scientifica, appesi al virologo di turno per avere qualche minima certezza diversa dai tutorial di Barbara d’Urso e da frasi dei politici di turno come: ”dobbiamo stare sempre un passo avanti al virus e non due passi indietro”. Anche ad Assisi ci sentiamo fragili ed esposti alla bufera. Ma noi assisani, che non ci attardiamo mai nelle vette dell’entusiasmo, abbiamo imparato a fermarci sull’orlo dell’abisso dell’angoscia. Sappiamo come si fa. E quando ci incontriamo in questi giorni nelle rarissime uscite consentite, ci guardiamo complici e con una punta di ruvido affetto. Abbiamo bisogno ciascuno dell’altro perché nessuno questa volta si salverà da solo..

di Paolo Mirti

L’ascolto musicale
a cura di Dionisio Capuano

V.S.O.P. The Quintet – Fragile [Live Under the Sky, 1979]
Quale sarà la ragione di siffatto titolo per un suono così baldanzoso e audace? Roba hard bop. Guardate dentro: c’è carne e sangue, umanità.

Paolo Mirti

Giornalista pubblicista è dirigente dell’area cultura del Comune di Senigallia. Nel 2007 ha pubblicato per Giuntina Editrice il romanzo storico “La Società delle Mandorle”. Nel 2016 ha curato per la Claudio Ciabochi editore la guida Assisi nascosta, camminando per la città di San Francesco.

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