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Economia giunge a noi dal latino oeconomiam, a sua volta ripreso dal greco οἰκονομία ‘amministrazione della casa’. Si tratta di una voce composta da due elementi: eco– (gr. ôikos) e –nomia (gr. –νομία, da nomos ‘norma’), che si è diffusa in Italia per il tramite del francese économie. È sufficiente fermarsi al significato originario, senza evocare le varie accezioni più o meno “tecniche” che la parola ha assunto nel corso del tempo, per comprendere quanto sia indispensabile provvedere all’unica casa-mondo che abbiamo, dalla quale non è dato traslocare.
di Carla Gambacorta
Concetto poliedrico, trasversale, ubiquo nella quotidianità. Accende dibattiti, (dis-)orienta decisori politici, contribuisce alla definizione delle sovrastrutture del reale e coordina (con discutibili risultati) i comportamenti di tutti. Forzando un po’, potremmo dire che in Economia si condensa l’insieme delle risorse di un’area (e delle attività conseguenti) e la scienza sociale (ma col carisma di ‘dura’) che ne studia ad ampio spettro allocazione, utilizzo, scambi, distribuzione, alterazioni. Loschi figuri, tali economisti, destreggiandosi abilmente tra assunzioni empiricamente rinnegate e complessi di inferiorità mai risolti nei confronti dei più abili fisici, pretendono dalle loro formule narcise la capacità di spiegare ogni aspetto della natura della vita umana, con il risultato, per dirla con Galbraith, di aumentare la credibilità dell’oroscopo. Verrebbe da pensare di non essere in buone mani di fronte alla più grande crisi economica della storia: ed è sicuramente vero. Ma potrebbe andare peggio. Basti pensare a quando viene negletta: ne sono esempio le proposte di pancia (ed è comprensibile) che arrivano dalle rappresentanze degli albergatori e delle attività extralberghiere assisane. Un microeconomista comportamentalista studiato (esclusi i neoclassici quindi), farebbe notare in pochi passaggi – tendenzialmente sbagliati ma comunque più robusti di un’opinione – come un’imposta di soggiorno di pochi euro, pagata esclusivamente per le prime tre notti di permanenza, non influenzi la scelta della destinazione del turista. A che scopo abolirla allora?
Che la ripartenza di Assisi sia pianificata secondo una visione integrata, di sistema, col ghiaccio nelle vene, e lungimiranza: un piano industriale territoriale. Perché è vero, nel lungo periodo saremo tutti morti, ma che almeno ci si arrivi.
di Giacomo Buzzao
L’ascolto musicale
a cura di Dionisio Capuano
Economics – Kurt Weill [Love Life, 1948]
Quale metafora migliore dell’economia, d’un vaudeville americano sulle tensioni familiari tra denaro ed amore?