Capitava, per le strade Assisi, di ascoltare una sinfonia del lavoro. Martello sull’incudine, pialla sul legno, cocci che si rompevano, voci di ricamatrici, rimproveri ai garzoni e trattative di “mercato”. Ogni elemento di questa orchestra “suonava” la sua parte, e l’ebanista era un soprano dalla voce sottile e raffinata.
Il soprano ha l’arte nella voce, lui nelle mani. Col legno ci parla. Non gli serve vedere l’albero intero o appena tagliato per riconoscerlo, gli basta una tavola da lavorare; non ha studiato botanica, arboricoltura o altro, lui certe cose le sa e basta: le ha imparate con l’esperienza.
Sa come adoprare le lame per scalfire il legno, smussare gli angoli e dare forma alla materia. Perché l’ebanista non è come Michelangelo che liberava la forma dalla materia che la conteneva, lui la forma la crea. Le tavole diventano artigianato prezioso. Che sia di noce, quercia o altra pianta, dal suo lavoro nascono cariatidi a reggere il ripiano del mobile, come fossero quelle dell’Eretteo di Atene. Vegliardi barbuti dalla muscolatura ancora vigorosa si mischiano ad altre figure grottesche, che lanciano un grido eternamente silenzioso dalle bocche spalancate. Fiori e tralci con foglie salgono da zampe artigliate d’animali, ma che gentili poggiano sul pavimento. Colonne salomoniche incorniciano le ante del mobile, dove dei petali sostituiscono il pomo d’apertura.
L’ebanista è capace di creare e far vivere un mondo fantastico, scrive le pagine di una Genesi alternativa a quella ufficiale. Non plasma l’argilla ma il legno, che è materia viva: il cipresso tagliato continuerà a profumare per sempre senza mai perdere di intensità, certi legni lacrimeranno resina anche da mobili. Tutto questo l’ebanista lo conosce e ne fa arte.
Ma non più ad Assisi.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Ebanista, ‘artigiano specializzato nella lavorazione dell’ebano’, legno durissimo, nero e pregiato, è composto di ebano, voce di origine egiziana (da cui il greco ébenos e quindi il latino ebenum), più il suffisso –ista (latino –istam, dal greco –istés), collegato spesso con sostantivi uscenti in –ismo e produttivo, in particolare a partire dal Rinascimento, per indicare chi svolge un’attività (musicista), o chi appartiene a una corrente ideologica (socialista), o ancora chi ha certe caratteristiche (casinista).
Suggerimento musicale a cura di Massimiliano Dragoni
XXX Luoghi incantati nei palazzi barocchi francesi e italiani del XVII e XVIII secolo, pavimenti e mobili intarsiati, così come gli strumenti musicali, dalla bellezza sempre più ricercata. Particolari che parlano di estetica e di ricerca, musicale e artistica, a 360°.
Ascolto: Les Plaisirs ont choisi pour asile, da “Armide”
Jean-Baptiste Lully. Esecuzione: Les Arts Florissants.