08 Novembre 2021

Arte

Paola Mercurelli Salari
Arte

La basilica di san Francesco in Assisi si presenta ai nostri occhi come un vero prodigio. Il capolavoro che oggi ammiriamo nella sua compiutezza non è ascrivibile al talento di un geniale artista, quanto piuttosto a un cantiere dove la mirabile integrazione tra le strutture architettoniche, le decorazioni e finanche le vetrate è stata realizzata attraverso una vera e propria opera collettiva, per la quale si resero protagonisti tutti i maggiori artisti attivi tra XIII e XIV secolo. Maestri d’oltralpe, comacini, fiorentini, senesi e romani impegnati in un progetto solidificato insieme alle molteplici influenze in compresenza o in successione generazionale. Per l’arte fu una rivoluzione tangibile perché figlia del fare. 
La grande opportunità perduta dagli assisani è stata quella di non rinverdire questo opificio e farne tratto somatico della città. Per trascinata inerzia più che per consapevole scelta, le emergenze artistiche della città sembrano destinate a una dimensione contemplativa da offrire all’anima e al turista che non sono certo presenze da cantiere. Vendere i pacchetti incartati nel cellofan o pianificati dalle agenzie ha lasciato scorgere come unica possibilità quella di porre Assisi in competizione con Rimini quale sede per gli alti studi turistici, mentre Gubbio ospita la Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici e Viterbo il corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali.
Studiare e restaurare, ponendosi nuovamente e concretamente al centro del mondo, poteva rappresentare una straordinaria possibilità per alzare l’asticella culturale e occupazionale di tutto il territorio, esattamente come accadde col cantiere della basilica che tante maestranze assisane vide impegnate e grazie al quale molti artisti locali si scoprirono maestri.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Arte, in origine ‘capacità creatrice dell’uomo, innovazione (opposta a natura, cioè a ciò che esiste indipendentemente dall’uomo)’, prosegue il latino artem, voce che parte dalla radice indoeuropea r-/ra-/ar-, con il senso di ‘muovere verso, arrivare’ e ‘fare, preparare, ottenere’, che racchiude in sé l’abilità di chi si dedica alle diverse arti. Ha assunto vari significati tra cui quello di ‘qualsiasi metodo, per lo più appreso e trasmissibile’ e anche ‘conoscenze acquisite da applicare per un fine generalmente pratico’, ma non solo.

Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei

Nel testo vengono citate quelle persone che hanno rappresentato la figura del personaggio autodistruttivo, che riesce però a rendersi immortale attraverso la propria arte.

BaudelaireBaustelle

Paola Mercurelli Salari

È storica dell’arte del MiBACT; da assisana amerebbe conoscere tutte le pietre della sua città e con il tempo spera di riuscirci.

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