Alla Giunta di Assisi appena insediata auguriamo buon lavoro. Per fare bene, a nostro avviso, è necessario fermarsi e non continuare sulla strada delle precedenti amministrazioni.
Rispetto agli anni in cui Proietti iniziò il suo percorso sono cambiate molte cose ed è necessario prenderne atto. Vi è stata la pandemia, una crisi pesante dell’economia, delle relazioni e della politica.
Dopo la pandemia il turismo ha avuto un’accelerazione anche rispetto al 2019. I dati lo confermano. È esploso il fenomeno degli affitti brevi, il centro storico è diventato un luogo difficilmente vivibile e accessibile, tutto il territorio comunale ha subito piccole o grandi modificazioni.
La politica, che 10 anni fa esalava gli ultimi respiri, ora è definitivamente deceduta. Non è seguita nessuna reazione popolare alla fine dei partiti. In fondo le ultime elezioni ne sono la testimonianza: 2 sole candidature a sindaco sono il sintomo di rassegnazione o, al più, di accettazione serena della situazione esistente. E d’altronde l’economia turistica viaggia a ottimi livelli e quando la pancia e piena non si ha voglia di cambiare e tantomeno di fare rivoluzioni.
E invece è necessaria una rivoluzione, che non badi alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni.
Come si pensa di far fronte al turismo che crescerà trascinato dagli eventi religiosi dei prossimi anni? Che senso ha continuare a portare avanti politiche di marketing (vedi Welcome Assisi), se ormai la città è satura?
Qual è la risposta che questa Giunta intende adottare in termini di mobilità? Che si vuol fare del centro storico, di Santa Maria degli Angeli e come integrare le altre realtà del comune nel crescente processo di turisticizzazione?
Non si potrà andare avanti con gli autobus-navetta da Santa Maria ad Assisi, non si potrà gestire il centro storico in maniera così pressappochistica, non si potranno lasciare le varie frazioni ai margini dell’impero.
Sarà necessario rivedere tutto: rimettere un po’ di ordine a un territorio slabbrato e in preda a una cementificazione crescente e molto preoccupante.
In questo processo, in virtù delle deleghe che le sono state assegnate (urbanistica e lavori pubblici fra gli altri), un ruolo decisivo lo avrà l’assessora Veronica Cavallucci.
Assisi Mia da molti anni chiede che si lavori a un nuovo PRG: quello esistente sembra soprattutto una mappa per nuove edificazioni, mentre vi sarebbe bisogno di uno strumento urbanistico che ridefinisca con precisione il futuro della città e che – questa volta – si occupi soprattutto di limitare la cementificazione e invece di rielaborare un rapporto nuovo fra le città e i cittadini, a cominciare dai residenti e senza ovviamente trascurare i turisti.
Le città italiane, soprattutto dal dopoguerra agli anni Novanta, sono state ampliate e modificate senza tenere conto dei cittadini. Cioè si è costruito per rispondere al bisogno di residenzialità e, in molti casi a operazioni speculative, ma non si è provveduto a pianificare un rapporto equilibrato e funzionale della dimensione sociale. Si pensi alle periferie, non solo delle grandi città, ma anche a quelle di medie dimensioni come Perugia o, venendo al nostro piccolissimo, si pensi al caos urbanistico di Santa Maria degli Angeli e della zona industriale, oppure alla spregiudicatezza con la quale si è urbanizzata la Zona Ivancich.
In Assisi non vi è mai stata una vera pianificazione urbanistica, perché il PRG Astengo è stato ampiamente modificato e violentato, da subito. Le successive Varianti sono state fatte principalmente per rispondere a certe spinte clientelari. Così, la Città come la sua economia, si sono accresciute senza regole precise, come una sorta di blob.
Se negli anni del boom economico si doveva rispondere anche dal punto di vista urbanistico all’incremento demografico, all’emancipazione delle famiglie e delle persone e quindi creare nuove abitazioni per i residenti, oggi si deve rispondere a masse di turisti che di fatto estromettono gli abitanti dai centri storici. E’ un problema nuovo e tutto da affrontare. Se, come detto in campagna elettorale, questa Giunta appena eletta pensa di “agire in continuità” con le precedenti, il fallimento è assicurato: Assisi continuerà ad avere sempre più turisti che visiteranno non un museo (magari!), ma un luna park, senza residenti, che all’imbrunire chiude le luci e buonanotte ai viandanti.