Non era mai successo da quando esiste l’elezione diretta del Sindaco, cioè da più di 30 anni, che ad Assisi i candidati a ricoprire la poltrona di primo cittadino fossero soltanto 2. Varie possono essere le ragioni. Di sicuro la nostra Città vive una condizione di benessere diffuso e crescente, dal punto di vista economico, che sconsiglia il cambiamento e quindi la compromissione degli equilibri esistenti; dall’altra però è anche il segno di un sostanziale disinteresse verso la politica, il desiderio e il coraggio di metterci la faccia perché le cose cambino.
Non era mai successa un’altra cosa: l’elezione in Consiglio comunale di un cittadino di origine straniera, Adil Zaoin, marocchino, di fede musulmana, che premia in particolare una comunità perfettamente integrata nel tessuto assisano e che diventa referente per tutti gli altri immigrati che stanno contribuendo alla crescità culturale ed economica di Assisi.
Il centrosinistra ha vinto non solo perché si è presentato unito, ma soprattutto perché ha schierato l’ex vicesindaco, persona molto popolare che, prima come uomo di Polizia dello Stato e poi come Amministratore comunale ha dimostrato una disponibilità e una capacità di dialogo con i cittadini fuori dal comune.
Il suo antagonista, Eolo Cicogna, non poteva scegliere slogan più inopportuno (“servire non servirsi”, citando Don Sturzo) per contrastare una persone come Valter Stoppini che servitore istituzionale lo è stato davvero.
Il centrodestra ad Assisi storicamente si muove fra il 60 e il 70%. Ha costruito la propria campagna elettorale prevalentemente sulla figura di Eolo Cicogna, uomo che gode di stima notevole, soprattutto a Santa Maria degli Angeli, e poi ha giocato la carta della contiguità Proietti-Stoppini, cercando di traslare sul candidato del centrosinistra, le “colpe fiscali” della ex sindaca e ora Presidente della Regione. Cicogna, nell’augurare buon lavoro a Stoppini, recrimina dicendo che i cittadini lo hanno preferito, nonostante le nuove tasse. È il degno finale di una campagna elettorale, quella del centrodestra, con poche proposte e con il peso di un passato (in particolare le legislature con Ricci sindaco) di immobilismo, in cui si sono perse molte occasioni di crescita.
La destra turbo-capitalista, in questa campagna elettorale, non ha potuto neanche sbandierare maggiore liberismo quale premessa di un ulteriore sviluppo economico, perché proprio negli anni post-pandemia, il turismo ad Assisi ha raggiunto livelli mai visti prima. Il buon nome di Cicogna, quindi, non è bastato.
Va aggiunto che in entrambi gli schieramenti è totalmente mancata la politica e però il centrosinistra ha messo in campo persone più credibili dal punto di vista dei titoli e delle competenze.
Alla fine, la campagna elettorale non ha toccato alcune delle grandi questioni che ora sono sul tavolo di chi governa.
La prima è la gestione del turismo: Assisi è satura. La costante crescita di visitatori porterà alla morte di un centro storico già agonizzante. Non si può più insistere sul tasto del marketing turistico, bisogna cominciare a gestire questi flussi, organizzare il territorio comunale in maniera diversa, ridefinendo le funzioni dei luoghi e la mobilità interna, aprendo un tavolo di emergenza sulla desertificazione sociale del Centro
L’altra grande questione da affrontare è quella ambientale: il consumo del territorio è crescente e molto preoccupante, a cominciare dall’area che divide Santa Maria degli Angeli e Assisi. È il frutto di leggi nazionali, regionali e di un PRG sconsiderato, che quindi va ripensato. In termini di energie alternative si è fatto pochissimo, i centri storici sono ancora invasi dalle auto.
Vi è una carenza in tutto il Comune di strutture sportive, per il tempo libero e la socialità. Una lacuna che dà il senso di quale sia stato nei decenni l’operato delle amministrazioni comunale nella gestione del rapporto fra la Città, i suoi residenti e i suoi ospiti. Si pensi, giusto per fare alcuni esempi, al degrado pluri-decennale in cui versa il complesso sportivo di fossa Caroncia, oppure il Pincio che solo in questi giorni, dopo lungo abbandono, riapre il bar e riprende vita (seppure con enormi carenze strutturali) grazie al recente impegno di un Comitato, di un’Associazione di giovani e, ovviamente, dell’amministrazione Proietti-Stoppini.
Si pensi alla incapacità di risolvere il problema della Fonderia ex-Tacconi, una industria che continua ad operare a pochi metri dal centro abitato si Santa Maria degli Angeli.
Un altro tema sul tappeto da sempre e mai seriamente affrontato è quello della connessione fra le frazioni e fra queste e il centro storico: ora c’è un sindaco di Torchiagina, la frazione più distante dal centro dell’impero, che conosce bene il concetto di marginalità e che speriamo saprà risolverlo adeguatamente.