04 Maggio 2025

Rilanciare il centro storico di Assisi come priorità: anche il clero deve dare una mano!

Francesco Berni
Rilanciare il centro storico di Assisi come priorità: anche il clero deve dare una mano!

Le nostre città storiche sempre più svuotate di case e servizi per residenti stabili in favore di affitti brevi per turisti, ristoranti e souvenir hanno bisogno di una decisa svolta.

Partire dagli immobili pubblici di proprietà comunale è fondamentale per riportare residenzialità e servizi.

A questo però possono aggiungersi altri beni.

Nei centri italiani è notevole la presenza di immobili parte del patrimonio ecclesiastico come conventi, canoniche, abitazioni e altro ancora. Con la crisi delle vocazioni questi luoghi sempre più vuoti possono giocare un ruolo fondamentale per fare ripartire le nostre città. Questa affermazione vale in particolare modo per Assisi. Qui il clero può svolgere un ruolo importante nel rilanciare la nostra città ma servono anche due elementi strategici a supporto: un protagonismo dell’amministrazione comunale capace di mettere al tavolo vari attori e costruire un piano strategico per rigenerare la città storica e delle misure di finanziamento nazionale o regionale che ammettano anche questi patrimoni come oggetto di finanziamento vincolati però a specifiche destinazioni d’uso legate alla residenzialità e al commercio al dettaglio ad esempio.

Ma facciamo un passo indietro.

Recentemente papa Bergoglio ci ha lasciato e con lui si avverte un vuoto soprattutto nel mondo laico che si è riconosciuto in molte delle sue parole.

Il concetto di ecologia integrale, la questione climatica e la centralità dei beni comuni.

Sono tre punti cardinali a cui credo si utile dare un senso pratico e una valenza proattiva nella nostra quotidianità specialmente nella città che ha dato i natali al suo ispiratore: Francesco.

Le parole di Bergoglio contenuti nell’enciclica ‘Laudato si’ rimbombano nella mia testa ogni volta che torno a casa.

Lo abbiamo provato a fare nella piana di Assisi con tante associazioni del territorio introducendo una nuova visione di territorio per difendere la risorsa suolo. Tuttavia, il luogo che più di tutti mi fa pensare alle questioni promosse da Bergoglio è il centro storico di Assisi in relazione alla sua totale mercificazione.

Una città invasa da turisti frettolosi con flussi mal gestiti con una desertificazione commerciale di beni essenziali e una risicata offerta di case per residenti essendo più conveniente puntare su affitti a breve termine. Una limitazione va data ma a scanso di equivoci, il problema non è una famiglia che ha la stanza in più e affitta su Airbnb ma piuttosto palazzi interi con questa destinazione!

Una trasformazione potente che a cascata genera effetti multipli. Un esempio e’ l’incremento del traffico urbano per alimentare costantemente una schiera di esercizi commerciali la cui unica destinazione oramai è la ristorazione (la verdura va rifornita tutti i giorni o quasi!).

Allora cosa fare ad Assisi?

Sperimentare su campo con un principio politico preciso: rimettere al centro la città pubblica come bene comune.

Serve un piano capace di mettere al tavolo attori decisivi come i vari enti ecclesiastici proprietari di immobili e terreni disegnando insieme una traiettoria verso una città bene comune.

Il rischio è la svendita nei prossimi anni di tutte queste proprietà, la trasformazione in affitti brevi oppure il decadimento e ammaloramento dei beni per mancanza dei fondi.

In tutto questo il Comune deve farsi parte attiva mettendo in gioco per primo i propri immobili pubblici (vedi mappatura edifici pubblici fatta con interstizi su Assisi Mia) e riorganizzando i suoi servizi pubblici in modo da innescare occasione di recupero e rilancio di alcuni pezzi di centro storico.

Ho in mente una strategia fatta da ‘innesti di città pubblica’ in centro storico a cui fare partecipare anche il clero con i propri immobili magari per sviluppare progetti di ‘neo popolamento’ con operazioni di social housing la cui redditività può essere usata per recuperare e gestire gli edifici stessi.

Lato pubblico, un esempio di misure specifiche possono consistere concretamente nel riportare in citta alcuni uffici comunali, riattivando l’ex hotel Subasio dismesso da anni, spostando la biblioteca comunale in locali al piano terra con spazio caffetteria e co-working, liberando l’ex mattatoio di Mojano per attività socio culturali, nonché rinegoziando con Saba il sistema dei parcheggi al fine di stralciare per le zone ‘serbatoio di residenzialità’ parcheggi scoperti che comportano una bassa gestione (es. Mojano, piazza Matteotti, etc.) da lasciare ai residenti del Comune.

 

Francesco Berni

Urbanista. Consulente del Comune di Milano per progetti di rigenerazione urbana e innovazione sociale. Ho lavorato per enti pubblici e privati nel campo della progettazione e pianificazione urbanistica. Svolgo attività di studio e ricerca presso il Dipartimento di Architettura DIDA dell’Università degli Studi di Firenze su temi legati alla rigenerazione urbana, innovazione sociale e disegno della città. Appena posso però me ne torno tra i vicoli di Assisi.

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