Il campo sportivo di Assisi, il suo manto erboso perfetto abbracciato dal monte Subasio in una sorta di anfiteatro naturale.
Un paradiso per tanti bambini di Assisi che sognavano di giocare sopra quella superficie quasi magica.
Ma dietro quella perfezione c’era una persona: Emilio Angeletti.
Un uomo burbero ma con la capacità di starti vicino nei momenti giusti, affezionato a quei valori sani di sport che prima di tutto sono delle lezioni di vita per insegnarti a vivere e collaborare con gli altri.
Lui lo sapeva.
Mi trovo in Nuova Zelanda e da poco avevo parlato di lui con Blerim che vive qui ormai da tanti anni.
Entrambi avevamo giocato con l’Assisi da ragazzi e ricordando quei momenti un pensiero è andato a Emilio.
Come dimenticarlo, insieme al suo inseparabile Golia.
Tante sue immagini corrono tra i ricordi di quanti hanno avuto modo di conoscerlo.
Quella volta quando il portiere della squadra avversaria prese a calci da dietro la porta, nel classico gesto utile a togliersi le zolle incastrate nei tacchetti: si sentì un urlo dall’alto, ‘che cazzo fai, mi abbozzi il palo!’.
E ancora, giocavamo con l’Assisi, una squadra dissestata con due vittorie nell’intero campionato.
Un nostro compagno di squadra si fece male in mezzo al campo, Emilio era in panchina e si alzo per prestare soccorso. Peccato che c’erano molte zolle d’erba fuori posto. Durante il tragitto si fermò in continuazione a sistemare il campo mentre il giocatore agonizzava in terra.
Tante storie.
L’avevo visto per l’ultima volta vicino casa sua, alle Case Nove diversi mesi fa.
Ero con Giulia a passeggiare.
Mi riconobbe subito, mi chiamava ‘Bernik’.
Non lo vedevo da anni.
Era stato male per lungo tempo e ne era uscito tutto intero.
Aveva ripreso a curare il campo sportivo, ne ero felice.
Mi ricordo ancora le sue parole: ‘Ho visto tanti bambini nella mia vita, alcuni soffrivano per la separazione dei genitori, bisogna essere responsabili’
Emilio è parte della mia adolescenza e infanzia come di tanti ragazzi di Assisi.
Dietro quei modi burberi c’era un uomo per bene.
Quella comunità educante di un tempo, magari dai modi bruschi, ma che rimane sempre nei nostri ricordi perchè in fondo ci hanno lasciato qualcosa.
Buon viaggio Emilio.