01 Ottobre 2024

Don Cesare, Pastore con l’odore delle pecore in una Chiesa alienata

Carlo Cianetti
Don Cesare, Pastore con l’odore delle pecore in una Chiesa alienata

Conoscevo Don Cesare Provenzi solo superficialmente. Di rado ci eravamo scambiati opinioni. Mi stava simpatico per quel suo modo schietto di relazionarsi.

L’ho conosciuto molto meglio, invece, attraverso i messaggi di saluto sui social, sui manifesti funebri e grazie alle sincere frasi di cordoglio espresse da tante persone, credenti e non credenti, fedeli e laici, di destra e di sinistra, poveri e ricchi.

Don Cesare è stato un prete, un sacerdote e soprattutto un parroco. Cioè colui che si dedica agli altri. Lo faceva con passione, come hanno scritto e detto in molti e, soprattutto, con grande naturalezza e con talento.

Inutile ripeta quanto sia stata incisiva la sua opera sociale. Un personaggio simile, dedito principalmente ai giovani, a mia memoria fu Don Pietro Martinenghi, a metà degli anni Settanta.

Don Cesare ha testimoniato nella sua avventura terrena quale sia il ruolo del prete: “essere pastore con l’odore delle pecore”, per citare Papa Francesco. Cioè essere pastore che si confonde e abbraccia la gente, fino ad assumerne l’odore.

Don Cesare non era un mistico, non era austero, amministrava i beni della Parrocchia con concretezza e senza disdegnare il valore delle cose materiali, ma aveva il gusto di stare insieme e vivere generosamente il contesto sociale in cui si trovava a operare.

Il suo è esempio raro nella Comunità ecclesiale. Ad Assisi il distacco fra clero e popolo è talvolta enorme, i conventi e i monasteri – che occupano una parte enorme del patrimonio immobiliare della Città – sono spesso attività commerciali e la cura dell’immagine soverchia spesso quella delle anime.

Papa Francesco ripete sempre che le porte delle chiese devono essere aperte e ospitare tutti. Don Cesare lo ha fatto, ora si spera che al suo posto arrivi qualcuno che ne sappia seguire l’esempio e che anche i suoi colleghi e colleghe si spalanchino ai bisognosi, che non sono solo i poveri ma le tante persone che, a tutte le età, hanno necessità di un confidente, di un amico, di un sostegno, di un Parroco.

Carlo Cianetti

Giornalista a Radio Rai, appassionato di Assisi, ha fondato questo trimestrale nel 1995 insieme a Francesco Mancinelli e Giovanni Bastianini

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