Riceviamo e pubblichiamo…
Caro Convitto,
È sempre difficile dire addio ad un luogo dove si è stati bene.
Un luogo speciale, dove intere generazioni si sono formate, sono cresciute umanamente e hanno vissuto i loro primi innamoramenti tra i corridoi del glorioso Liceo Scientifico di Assisi.
Certo, il nostro rapporto non è stato sempre così idilliaco: quante delusioni per un voto un po’ più basso! Ma quanto mi hai insegnato? Tantissimo, come il fatto che la matematica – parafrasando Venditti – non sarà mai il mio mestiere.
Però, di quante emozioni, risate, abbracci, piccoli e grandi successi sei stato testimone?
Ho deciso di dedicarti queste righe mentre ero intento a svolgere la prima prova dell’Esame di Stato, il 19 giugno 2024. Scrivendo riguardo l’importanza che può avere un semplice diario nell’esistenza di un uomo, quale custode dell’intima natura e della costante crescita interiore di colui che lo tiene, mi sei venuto in mente te, caro liceo “Principe di Napoli”, ambientazione privilegiata di molti episodi “da diario”.
Quando ho varcato per la prima volta il tuo imponente ingresso, il 12 settembre 2019, avevo 14 anni. Un giovane ragazzetto bastiolo appena uscito dalla Scuola Media (o, come viene chiamata adesso, Scuola Secondaria di I grado), con lo zaino riempito di sogni e paure. Memorabile fu, a dicembre dello stesso anno, il Gala (la tradizionale festa d’Istituto) che si tenne proprio negli spazi al tuo interno. Tutti vestiti eleganti, vivemmo una serata bella tanto quanto si rivelò fredda e ventosa “Piazza Nova” (o Matteotti, che dir si voglia) quando uscimmo dalle tue mura, così possenti, in grado di ripararti pure dall’arsura estiva.
Grazie alle passeggiate, nelle ore di Scienze Motorie, nei sentieri vicino la Rocca minore o nei vicoletti della Città Serafica, alle partite a calcetto/pallavolo, ai pranzi nella piazza di San Rufino in attesa del rientro pomeridiano e ai vari corsi (come quello di teatro) si è andato pian piano instaurando un rapporto d’amicizia tra persone all’apparenza diversissime, contrassegnato da episodi e aneddoti che resteranno indelebilmente scolpiti nella memoria di noi, semplici liceali, che hanno iniziato questa fase della loro vita nel 2019 e l’hanno conclusa tra giugno e luglio del 2024, con la temutissima Maturità.
A tutti i miei compagni di questo meraviglioso viaggio vorrei dire di non smettere mai di sognare, impegnandosi ogni giorno affinché la propria esistenza diventi un capolavoro!
A quelli che faranno la maturità nei prossimi anni, invece, consiglio loro di godersi ogni singolo istante e di non avere rimorsi, un semplice voto non identificherà mai ciò che siamo realmente.
A te, caro Convitto, vorrei dirti semplicemente grazie. Grazie per avermi accolto adolescente e avermi fatto uscire uomo. Le incertezze sul futuro, in molti casi, sono rimaste, ma è maturata la consapevolezza di sé e dei propri mezzi.
Questo non è un addio, ma un semplice arrivederci (direbbero in un bel film).
Per aspera, ad astra.
Con affetto.