Domanda 2
– Bastia è in testa alla classica regionale per consumo di suolo. Dati del 2022 dicono che è stata edificato il 25,8% della superficie totale e più di 11 ettari nel 2020-21. Il nuovo PRG prevede l’utilizzo di altri 46 ettari. Al netto del fatto che ciò è dovuto anche alla espansione (passata e futura) di aziende importanti, non ritiene che si debba dare uno stop al consumo di suolo e avviare una fase di riconversione e riurbanizzazione?
Il Comune di Bastia Umbra si pone al 77esimo posto su 92 per estensione territoriale, a fronte del nono posto per popolazione: è normale che ne derivi un’alta densità abitativa e una conseguente elevata percentuale di territorio urbanizzato.
Riconversione e riurbanizzazione sono i principi cardine del nuovo Piano Regolatore Generale, Parte Strutturale nel quale è previsto un utilizzo di ettari pari a circa la metà di quella consentita dalla normativa vigente, ma soprattutto senza aumento di volume: questo a dimostrazione dell’effettiva attenzione nei confronti del consumo di suolo.
È necessario porre uno stop al consumo di suolo e avviare una fase di riconversione e riurbanizzazione. Sebbene in passato l’espansione urbana abbia risposto a esigenze sociali importanti, come la necessità di alloggi per coloro che si spostavano da altri territori dell’Umbria verso la pianura, oggi la richiesta di nuove costruzioni sembra principalmente dettata da interessi speculativi, più che da esigenze abitative. Bastia ha bisogno adottare politiche urbanistiche che promuovano la sostenibilità ambientale, la riqualificazione delle aree dismesse e la tutela delle risorse naturali e agricole del territorio, in linea con gli obiettivi 2030 dell’Agenda europea.
Bastia ha una superficie molto limitata e una vocazione industriale che nel tempo l’ha portata ad essere molto attrattiva in termini lavorativi; questi 2 fattori hanno inciso sul consumo del suolo ma ne hanno determinato nel tempo lo sviluppo e la crescita. Vanno comunque mediate queste esigenze, portando avanti politiche volte ad incentivare il recupero di edifici dismessi (civili e industriali) e limitare per quanto possibile il nuovo
“Il dato può essere fuorviante se non si considerano le ridotte dimensioni del territorio comunale, posizionato in una zona strategica. Molto del consumo di suolo è dovuto ad attività produttive che hanno creato posti di lavoro. Non è un caso se alcune grandi imprese di logistica hanno scelto Bastia. La zona industriale di Bastia è un fiore all’occhiello, altre aree devono essere riviste. Riqualificazione e ridefinizione di spazi già urbanizzati sono la priorità. Ma non boccio preventivamente investimenti che possono portare lavoro e servizi”