La Festa della Liberazione dal nazifascismo in Italia si celebra in tutte le città nei modi più disparati: eventi cittadini, cortei, feste. Famose sono le giornate passate a Montesole o a Reggio Emilia a Casa Cervi.
Il 22 maggio 1943 ad Assisi furono arrestati 25 uomini e 4 donne antifascisti assisani. Nei giorni a seguire anche altre persone assisane furono arrestate, nell’«Inventario Questura, Sezione Schedati» dell’Archivio di Stato di Perugia ne sono elencati 90 in totale.[1]
In Via Santa Chiara si ricorda con una targa che Luigi e Trento Brizi stamparono nella loro tipografia i documenti necessari per salvare numerosi ebrei accolti ad Assisi.
La storia dell’antifascismo ad Assisi ci riporta quindi agli anni della seconda guerra mondiale, ma com’è la situazione oggi?
Da anni le Parti del Calendimaggio organizzano un pranzo. Senza scendere nei dettagli di chi ha cominciato prima e chi si è accodato dopo.
Una giornata di Festa in cui le genti delle Parti si riuniscono per far festa, ma non per festeggiare la Liberazione.
Si può festeggiare il 25 aprile senza festeggiare la Liberazione? Cosa significa festeggiare la Liberazione?
Le Feste hanno il compito di creare delle tradizioni, dei costumi, che uniscono cittadini e cittadine.
Il Calendimaggio da anni crea comunità, i modi con cui lo fa sono da sempre discussi da molti, innegabilmente riunisce persone di generazioni diverse ad impegnarsi in vario modo per uno scopo comune, passando tempo insieme e permettendo di conoscersi e di vivere momenti goliardici e informali.
Questo contenitore di persone accoglie ovviamente ideologie e sensibilità differenti, ma si può non essere d’accordo o aver timore di fare qualcosa di sbagliato non inserendo nella scaletta delle canzoni del pranzo “Bella ciao”? Si può accettare di ascoltare come coro del Calendimaggio la melodia di “Faccetta nera” utilizzata come base per creare una canzone di scherno verso l’altra Parte?
Alcune battaglie, per essere portate avanti, hanno bisogno di luoghi e momenti dedicati. Il Calendimaggio è davvero un luogo che deve essere necessariamente esente dall’urgenza e dalla necessità di ribadire i valori antifascisti alla base della nostra democrazia o può scegliere di celebrare la Liberazione d’Italia il 25 aprile, giorno in cui sceglie di riunire le proprie Parti per fare festa?
[1] Ciotti, Elementi per una storia dell’antifascismo ad Assisi, pag. 2