Sogni e favole del Calendimaggio. Versi per festeggiare il ritorno del Calendimaggio. Alcuni semplici, di un poeta anonimo della seconda metà del Novecento trovati tra le pieghe di un libro; altri più complessi ma bellissimi del Metastasio: “Sogni e Favole “. Perché le genti De Sopra e le genti De Sotto in questi giorni saranno come il poeta e il suo stesso stato d’animo, daranno vita a indimenticabili Sogni e meravigliose Favole, tanto da non poter distinguere più la vita dalla Festa, la realtà dalle follie di questi pomeriggi e di queste notti
Sogni e favole
Sogni, e favole io fingo; e pure in carte
Mentre favole, e sogni orno, e disegno,
in lor, folle ch’io son, prendo tal parte,
che del mal che inventai piango, e mi sdegno.
Ma forse, allor che non m’inganna l’arte,
più saggio io sono? È l’agitato ingegno
forse allor più tranquillo? O forse parte
da più salda cagion l’amor, lo sdegno?
Ah che non sol quelle, ch’io canto, o scrivo,
favole son; ma quanto temo, o spero,
tutto è menzogna, e delirando io vivo!
Sogno della mia vita è il corso intero.
Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,
fa che trovi riposo in sen del vero.
Oh Calendimaggio
Oh Calendimaggio!
Il Totem è tornato
Le dame, i cavalieri,
L’arme, gli amori
Chi vi canterà questa volta?
Sei tu dunque
La vita vera?
Percorrevo oggi
I tuoi ricordi
Dove una volta
Trovai l’Amore,
La gioventù, la bellezza,
Senza nessuna paura.
Bevete L’Elisir,
L’insana magia
Che siano ore liete
Giochi amorosi
Baci appassionati
Sotto la luna…