A mezzogiorno del 3 ottobre, un rombo di motore dal cielo squarcia il silenzio bucolico della campagna di Assisi. Ho pensato “Cribbio, ci stanno attaccando!”. Fortunatamente, prima di farmi prendere dal panico, ho ricollegato il frastuono alle prove dello spettacolo delle Frecce Tricolori, programmato per il 4 ottobre in onore del nostro concittadino più illustre. Le Frecce Tricolori, o ufficialmente il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, sono la più numerosa pattuglia acrobatica al mondo, composta da una formazione di nove velivoli Aermacchi MB-339. Il loro rombo ci riporta ai formidabili anni ’70, quando l’Aermacchi sviluppò l’aereo sulla base del velivolo MB326, quest’ultimo venduto con molto successo in tutto il mondo nella versione per l’addestramento e nella versione armata. In quei anni, tra i clienti dell’Aermacchi erano presenti la dittatura militare brasiliana, il Sudafrica razzista, i belligeranti Iran e Iraq. Un gruppo di lavoratori non rimase indifferente al successo economico dell’azienda legato alla vendita di strumenti di morte. Tra loro c’era Elio Pagani, che insieme ad altri lavoratori dell’azienda varesina, denunciarono le violazioni degli embarghi della propria azienda e promossero con successo la riconversione civile della produzione dell’Aermacchi. Un successo storico, a beneficio della nostra industria e delle potenziali vittime delle armi italiane, ma che costarono il posto di lavoro a Elio e ai suoi colleghi. La reazione brutale dell’azienda non fermò il loro impegno, che contribuì all’approvazione della migliore legge sul commercio di armi al mondo: la legge n°185 del 1990. Quindi ogni volta che sentiamo un Aermacchi volare sopra le nostre teste pensiamo a quei lavoratori che hanno sacrificato la loro carriera per una economia civile, capace di produrre ricchezza e attenta alle persone più fragili del mondo. Ma ad Assisi, onorando l’esempio ammirevole di un costruttore di pace come Elio Pagani, possiamo rimanere indifferenti al fatto che nove aerei da guerra hanno sorvolato la Seraphica Civitas per celebrare San Francesco? Un’ora di spettacolo costa quanto piantare 20 ettari di bosco: siamo capaci di usare le (scarse) risorse di cui disponiamo in modo più coerente con la vocazione della città? La fiducia in questa città è molta, dato che nel passato ha saputo spesso valorizzare al meglio il suo carattere composito, e non c’è motivo di dubitare sul fatto che saremo capaci di valorizzare al meglio l’immagine di Assisi in futuro, senza dover passare il 4 ottobre con un cacciabombardiere.