16 Giugno 2020

Sfide globali e sfide locali

Alessio Lanfaloni
Sfide globali e sfide locali

Sfide globali
Negli ultimi decenni Assisi e frazioni hanno sofferto le esternalità negative della globalizzazione, per cui è necessario tratteggiare il fenomeno, apparentemente distante dalla quotidianità, al fine di discutere su come affrontarlo. Gli effetti del mercato globale si sono abbattuti sul nostro territorio sotto forma di violente crisi economiche che hanno messo a dura prova il tessuto socio-economico. La situazione economica sempre più precaria è illustrata chiaramente dai drammatici dati economici della nostra regione. La globalizzazione ha permesso di vendere i prodotti italiani in tutto il mondo ed ha agevolato l’acquisto di beni provenienti da qualsiasi parte del globo. La conseguenza è stata la fuoriuscita dai circuiti nazionali di flussi di denaro che hanno arricchito in particolare gli azionisti e i manager delle grandi imprese, mentre i territori caratterizzati da piccole imprese si sono impoveriti sempre di più. È vero che alcune imprese in Italia hanno beneficiato dei vantaggi della globalizzazione, ma l’Umbria nel suo complesso ne ha goduto molto poco, dato che si colloca alla periferia dei centri produttivi del Belpaese. Molte altre regioni nel mondo si sono ritrovate periferie e si sono attivate al fine di contrastare i fenomeni di impoverimento. Una soluzione per trattenere la ricchezza prodotta nel territorio è stata la creazione di una moneta locale, complementare a quella legale, che crea un circuito chiuso e trattiene la moneta nell’economia locale. La prima esperienza di moneta locale è il WIR in Svizzera, creato nel 1929 e ancora attivo, mentre dopo la crisi del 2008 ne sono nate a migliaia in tutto il mondo. Ad esempio, in Sardegna è presente l’esperienza italiana di moneta locale più importante: il Sardex. Le monete complementari alla moneta legale esprimono tutto il loro potenziale in scenari caratterizzati dalla carenza di liquidità e di credito bancario che pesano sulla capacità produttiva delle imprese. La moneta complementare non è la soluzione a tutti i problemi della nostra economia ma è una strumento utile per la comunità locale che può acquistare più facilmente prodotti e servizi dalle piccole imprese del proprio territorio. La moneta locale è strumento di scambio ma anche uno dei simboli intorno al quale si unisce, e può rinascere, una comunità. Quindi potrebbe essere utile allo sviluppo del nostro territorio lo studio delle esperienze di moneta locale nel mondo e valorizzare le esperienze già attive in Italia e in Umbria, così da creare un territorio più unito e un sistema produttivo orientato al servizio delle persone che vivono nel cuore verde d’Italia. Di conseguenza si valorizzerà la vocazione dell’Umbria: una “città diffusa” genuina e accogliente di cui Assisi è una perla di indubbia bellezza.

Sfide locali
Giorgio La Pira, in un suo discorso, disse che “ogni città ha una vocazione e un mistero”. A differenza di altre città famose per la loro storia o bellezza, Assisi ha la vocazione di “città sul monte” grazie a San Francesco, Santa Chiara e alle realtà che curano e animano i luoghi sacri. Milioni di pellegrini, tra cui molti giovani sostenuti economicamente dai religiosi, hanno visitato i luoghi dell’assisano perché conciliano il rapporto con Dio e continuano a guardare con attenzione la nostra città dopo essere tornati a casa. Insieme ai religiosi ci sono un numero indefinito di organizzazioni animate da valori laici, per esempio la pace o la cura dell’ambiente, che fanno di Assisi il luogo per i loro incontri annuali. The Economy of Francesco è un evento che conferma la rinnovata attenzione del mondo, che non sceglie Assisi per i luoghi di preghiera ma perché ispira i valori laici che sottostanno ad un’economia attenta all’uomo e all’ambiente. Come potenziare questa immagine di città all’avanguardia dei temi socio-economici? Il fallimento del Centro Studi sul Turismo è stato uno dei traumi che ha colpito la cittadinanza ma il potenziamento della sede di Assisi dell’Università di Perugia è fondamentale per sostenere lo sviluppo culturale della città. Per esempio in Italia esiste solo una cattedra di Peace Economics, una disciplina che vede tra i suoi fondatori John M. Keynes ed altri eminenti economisti. Perché non ospitare in uno dei prestigiosi “contenitori vuoti” cittadini, ricordati in un recente articolo ospitato in questa rivista, un corso di laurea focalizzato nella Peace Economics? Un solo corso di laurea non risolverà i problemi cittadini ma il potenziamento dell’Università deve essere al centro del dibattito pubblico perché è una risorsa economica e culturale per la città.
Il mistero della nostra città risiede nella sua disunità che disperde le forze e impedisce una programmazione di lungo periodo. Il rischio è che si affermino solo alcuni soggetti, alla ricerca di rendite economiche o mediatiche, avvantaggiati dalla presenza di una cittadinanza divisa e disattenta. Come giovani dovremmo superare le divisioni del passato e dovremmo essere meglio organizzati per difendere la città ogni volta che un proprietario aumenta l’affitto di un locale fino a farlo chiudere o un privato si impossessa di spazi pubblici. La Costituzione garantisce la proprietà privata, a tutti i cittadini, nella misura in cui contribuisce al bene comune: come agire affinché questo principio non venga calpestato in alcun modo? La risposta non è scontata e facilmente banalizzabile, ma senza un dibattito serio sul tema, che incentivi l’azione privata virtuosa e limiti l’abuso, non potremmo evitare gli errori e gli immobilismi del passato che hanno causato ferite profonde nel tessuto sociale, tra cui la piaga dell’infiltrazione della criminalità organizzata.

Alessio Lanfaloni

Sono un rigobellese verace, anche se per lavoro vivo a Milano (salvo pandemie) dove mi occupo di banche e mercati finanziari. Anche se la testa è in Nord Italia, il cuore è rimasto nelle terre di San Francesco e Pietro di Bernardone.

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