Dal Lago Trasimeno a Spoleto e da Città di Castello (meglio: Sansepolcro, anche se si trova in Toscana) a Todi si può tranquillamente parlare di “città diffusa” cioè quell’insieme ininterrotto di paesi separati solo dal punto di vista amministrativo.
A conferma di ciò basta guardare le immagini notturne della Terra che ci riguardano e l’asse perpendicolare che ho indicato spicca come una bella croce luminosa. Questo stesso asse è ben collegato da una rete stradale a due corsie per ogni senso di marcia sia nella direzione Ovest-Est che Nord-Sud mentre dal punto di vista ferroviario solo l’asse Ovest-Est può dirsi decente mentre stendiamo un velo pietoso sulla linea Nord-Sud (la mitica Centrale Umbra). Al centro della croce un aeroporto con collegamenti internazionali (dal quale dovrebbero far scalo almeno 10 voli charter al giorno, per usare un criterio prudenziale!)
I collegamenti tra i vari borghi sono quindi facili e si può tranquillamente affermare che, dal centro della croce, ogni angolo dell’Umbria è raggiungibile entro l’ora e mezza o poco più di automobile. Tipo il tempo che ci vuole, sempre in automobile, per andare da Roma sud a Roma nord passando per il centro, ad essere ottimisti (ottimisti per i romani). Ma mentre Roma è giustamente considerata un’unica realtà, nella nostra regione si fa fatica a prendere coscienza di questo, ogni borgo è geloso della propria autonomia, della propria storia, delle proprie tradizioni che difficilmente si mette a “pubblicizzare” il vicino di casa, anzi!
La cosa riguarda anche gli uffici turistici: ad Assisi trovate dei depliant pubblicitari riguardanti Perugia o Spoleto o Gubbio e viceversa? Eppure se si fa un salto nella zona conosciuta come “I Castelli della Loira”, una linea lunga più di 200 km, in ogni castello si trovano ampie notizie degli altri, ogni castello pubblicizza gli altri con notevoli ricadute sull’economia di ogni castello. Noi invece nascondiamo ai turisti le bellezze che si trovano nell’arco di 20 km solo per gelosia e invidia!
Risultato: la gente se ne sta ad Assisi, a Perugia, a Gubbio o Spoleto (per citare sempre le solite) un giorno, due, tre al massimo (magari!) perché passato questo arco temporale “non c’è più niente da vedere”! Quando basta prendere l’automobile e in 20 minuti, facendo riferimento ad Assisi, puoi raggiungere Perugia e proseguendo per altri 15-20 trovarti nel magnifico bacino del Lago Trasimeno. Oppure, in direzione opposta, a 10 minuti c’è Spello, a 15 Foligno, a 20 Bevagna, a 25 Montefalco, a 30 Spoleto e ad un’ora e mezza la meravigliosa Cascata delle Marmore (per tacere degli innumerevoli borghi che si attraversano per arrivarci).
Quanto tempo si fermerebbe un turista sapendo di poter visitare questi luoghi incantevoli? Dove, tra le altre cose, si mangia e beve divinamente? Dove ci sono infinite tradizioni che affondano le radici nei secoli?
La risposta a queste problematiche, a mio avviso, è quella di cominciare a pensare la regione Umbria come unica città, Umbria City se si vuol fare i fighetti, Città dell’Umbria per restare nella nostra bellissima lingua.
Perché, come sentiamo dire in continuazione, nessuno si salva da solo!
Per esempio sarebbe efficace, tanto per cominciare, uno strumento semplice semplice come una tessera denominata “Umbria Card” che permetta sconti a musei, siti archeologici e, perché no, a negozi aderenti al circuito.
Il compito spetta alle istituzioni e alla politica, con un augurabile passo indietro da parte di tutti i protagonisti delle realtà locali, sindaci in testa. Ma anche noi abitanti dobbiamo fare un passo indietro mentale e considerare i nostri vicini non concorrenti ma alleati. E non prendere solo in considerazione la possibilità di accaparrarci “il pernottamento” perché la cosa viene da sé: basti pensare a come si riempia la Regione in occasione di “Eurochocolate” per esempio. Oppure quanto sarebbe più comodo, per un turista, fermarsi un giorno in più nella stessa struttura e visitare una località a portata di mano senza fare le valigie e spostarsi di 50 km, (e casi del genere esistono, gente che si sposta per dormire da Assisi a Spoleto, sempre per esempio).
L’Umbria deve, ha le possibilità di diventare un marchio conosciuto e riconoscibile in tutto il mondo, in modo da far dire ai turisti, di ritorno a casa: “Ho fatto una vacanza in Umbria” così come facciamo noi, al ritorno da Avignone, da Aix, da Marsiglia: “Quest’anno sono andato in Provenza”.
Ne vogliamo parlare?