lascia il segno se non coglie
Le gestanti hanno le prime voglie alla fine del terzo mese di gravidanza. Un irrefrenabile desiderio le rende più capricciose del solito. Tutte le smanie si concentrano sul cibo e l’appetito cade su una pietanza in particolare. La scienza medica parla di tempesta neurovegetativa in atto solo perché la biochimica non ha spiegazioni da dare. In effetti il fenomeno è culturale. Le future mamme in Giappone bramano il riso, in Sicilia la cassatina, ben altro a Costano. Sono le fantasie femminili, più del fabbisogno di specifiche sostanze nutritive, a condizionare i ricettori del gusto. E se di tanto è capace una donna, toccandosi potrà anche mutare le proprie voglie sospese in macchie sulla pelle dei nascituri. Il colore sarà identico a quello del cibo desiderato. Le più maliziose si sono sempre sfiorate nelle parti intime da non scoprire. I professoroni che vorrebbero farci credere non sia una voglia di caffè ma un accumulo di melanina, prima spieghino perché a Tokio le giapponesine, pur se in stato interessante, non hanno interesse per la porchetta.