Ma se piove e tira vento, de l’inverno semo dentro.
Una volgare accezione del proverbio potrebbe indurci a credere che in base al meteo del 2 febbraio sia possibile azzardare delle anteprime sul tempo nei giorni a seguitare. Se fosse tale la facilità di anticipare, milioni di italiani non avrebbero atteso per anni le previsioni del colonnello Edmondo Bernacca. In verità, stando al calendario liturgico, questo santo giorno segna ben altro evento rispetto la fine dell’inverno, ovvero, la compiuta attesa della Presentazione al Tempio di Gesù, avvenuta quaranta giorni dopo la sua nascita secondo la legge ebraica. D’altro avviso sono le nostre nonne pratiche e concrete; dacché per l’occasione si vuole a festa la Madonna, il traguardo dei quaranta giorni dal Natale deve essere inteso come la fine della sua quarantena post partum. È questo il vero motivo per cui in Assisi il presepe non viene mai smantellato fino al 2 febbraio. L’idilliaco scenario dove in un sol canto di gloria si uniscono pastori, angeli e re è conservato nella sua rassicurante composizione per ben quaranta giorni, quasi a voler preservare Maria in un benevolo ambiente, come ogni altra madre che durante il puerperio “si deve tenere da conto”, affinchè il latte non si guasti e rifiorisca di nuovo donna. Ed è proprio questa l’attesa primavera.