La campana per salta’
Senza maschere non è carnevale. Il travestimento libera i freni inibitori del tempo ordinario e il ballo consente di socializzare la propria intima euforia. Ma l’anonimato non sempre è assicurato. Anche vestito da Zorro o Pulcinella, lo zoppo sarà pur sempre riconosciuto. Ecco allora che il claudicante non potrà permettersi nemmeno un valzer senza stare al tempo della musica. E uno soltanto è il segreto per muovere i passi quando occorre: tanto ma tanto allenamento. Questo il motivo per cui gli zoppi eccellono nel ballo: la loro andatura ogni giorno è precaria, e per non darla a vedere curano un incedere dal bel portamento. A seconda di quanto dissestata sia la strada, la camminata può esser tango o mazurka, con giri per non cadere e cambi per ben apparire. Quando si mette il trescone sono i più preparati e da ogni dama ambiti. Tanto sacrifici sono finalmente ripagati e se è vero che ogni sciancato si applica con zelo nell’esser ballerino, a zoppicare si prepara inconsapevolmente ogni bambino. La campana, segnata con gessetti o carboncini lungo i vicoli di Assisi, è fedele erede del claudus o gioco dello zoppo, un eterno passatempo per i mulettacci che si cimentano nel fare un salto avanti anche con un piede solo, come spesso si deve nella vita.