homo faber fortunae suae
Il treno accelerato non ha mai saltato una fermata e gli assisani potevano scendere comodi a Cannara o salire puntuali all’Ospedalicchio. Delle piccole piastre metalliche, collocate sotto i finestrini, recavano una laconica scritta: “È pericoloso sporgersi”. Nulla di nuovo: le Ferrovie dispensavano ai viaggiatori la stessa raccomandazione che ogni madre rivolgeva ai propri figli spenzolati alla finestra o sul belvedere. I temerari affacci venivano puntualmente redarguiti ricordando il rischio di precipitare dall’alto giacché “la testa pesa più del culo”. Il benevolo rimprovero in realtà conteneva anche un subliminale insegnamento e invitava a dar peso alla propria intelligenza senza contare troppo sulla fortuna. Sapevano le care mamme che ai tempi degli antichi romani aver culo significava per i maschietti (con sode natiche) essere ricoperti di regali dai lussuriosi patrizi, per le donne (con i fianchi larghi) venire preferite dagli uomini solo per l’ispirato sentimento di fertilità. Meglio allora crescere la prole esortandola ad inseguire un sogno senza confidare nei talenti innati e nei glutei pronunciati. È homo faber fortunae suae chi non scende alla prima stazione ma prosegue il viaggio con impegno, coraggio e determinazione.