13 Ottobre 2021

Seguire i soldi: Raniero priore di San Rufino

Elvio Lunghi
Seguire i soldi: Raniero priore di San Rufino

Sulla parete esterna della tribuna absidale della chiesa cattedrale di Assisi è scolpita un’iscrizione che recita “Anno Domini milleno centenoque quadrageno et in quarto solis cardo suum explet iter anno. Domus hec est inchoata et ex sumptibus aptata a Rainerio priore Rufinique Sancti honore. Eugubinus et Iohannes, huius domus qui magister, prius ipse desingnavit dum vixitque edificavit”.  Che tradotta in lingua significa: “Nell’anno del Signore mille e cento quaranta il cardine del sole completa il suo cammino nel quarto dell’anno. Questa casa è stata iniziata e adattata a sue spese dal priore Rainerio in onore di San Rufino. Maestro di questa casa fu l’eugubino Giovanni, che ne eseguì il progetto e ne curò la costruzione finché rimase in vita”. Se ne ricava che la nuova cattedrale dedicata al santo martire Rufino fu costruita a spese del priore Rainerio e che la fabbrica fu iniziata l’anno 1140 essendo architetto Giovanni da Gubbio. Forse la carica vescovile era vacante o forse c’era conflitto tra vescovo e canonici, il primo di nomina imperiale, i secondi legati all’aristocrazia locale. Comunque l’iscrizione nomina il solo priore e non fa notizia del vescovo   

      
            Dai documenti su carta vien fuori una storia diversa di quella narrata dalle epigrafi in pietra. Nel 1134 alcuni cittadini di Assisi donarono alle chiese di San Rufino e di Santa Maria Maggiore un terreno e un casalino confinanti con il muro antico della città, per costruirvi una chiesa e quant’altro fosse necessario per il servizio della stessa. Poichè a ricevere il dono furono il vescovo Clarissimo e il priore del capitolo cattedrale Rainerio, se ne è dedotto che il terreno ottenuto dovesse corrispondere agli orti retrostanti la “Basilica Ugoniana”, tra il muro dell’abside – corrispondente alla campata d’ingresso della chiesa odierna – e il muro romano, dove fu poi effettivamente costruito l’edificio. Negli anni seguenti si moltiplicarono gli acquisti e le donazioni di terreni in favore di San Rufino, che culminarono nel luglio 1140 con una spettacolare cerimonia ambientata nella piazza antistante alla presenza di tutta la popolazione, nel corso della quale il nobile Offreduccio di Ugolino donò i suoi beni alla chiesa di San Rufino e invocò la protezione del santo patrono sul popolo di Assisi.  Insomma, il priore Rainerio si fece bello ai posteri con i soldi altrui.
           Appena otto anni più tardi, nel luglio 1148, i cittadini che risiedevano nei pressi della costruenda cattedrale s’impegnarono a non sopraelevare le proprie abitazioni per non danneggiare la vista della chiesa, che domina con la sua mole le costruzioni della città medievale come una chioccia protegge sotto le ali i suoi pulcini. Vista dalla valle, i terrazzamenti che scalavano il colle della città pagana – scandentisque Asis consurgit vertice murus (Properzio, IV, 125) – sono stati movimentati dagli Alleluia dei campanili che salgono verso il cielo della città cristiana. Il sito è identico. La tendenza è passata dalla linea orizzontale a quella verticale: dalla terra al cielo.
            La scritta nella tribuna absidale dice pure che Giovanni da Gubbio ne portò avanti  la costruzione finché restò in vita. Significa forse che non la condusse a termine? Effettivamente ci sono forti differenze tra le rozze sculture nel catino absidale e i tre portali istoriati della facciata. Tre decenni dopo l’inizio dei lavori, nella primavera 1174 Assisi fu conquistata dall’esercito imperiale condotto da Cristiano di Magonza, fu costruita una rocca in vetta al colle che ospitò una rapida presenza dell’imperatore Federico I Barbarossa, Assisi fu trasformata in contea e si assisté a un brusco cambiamento della classe dominante che portò al blocco dei lavori in cattedrale. Di una ripresa dei lavori si tornerà a parlare nel 1210, nel patto di pace stipulato tra maiores e minores, tra la nobiltà teutonica che aveva seguito il Barbarossa in Italia e il popolo di Assisi riunito in libero Comune. Una scritta nel rosone di facciata di Santa Maria Maggiore fa il nome di un Giovanni e l’anno 1163. Se ne deduce che Giovanni da Gubbio, oltre alla cattedrale di San Rufino, progettò anche una nuova chiesa per la residenza vescovile. Ecco perché in San Rufino c’è solo il nome del priore: San Rufino è del capitolo, Santa Maria Maggiore del vescovo.

Elvio Lunghi

Parlo di storia dell’arte agli studenti stranieri di Perugia.

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