10 Novembre 2021

Seguire i soldi: Lattanzio Sermattei

Elvio Lunghi
Seguire i soldi: Lattanzio Sermattei

Nell’ottobre 1647 la confraternita dei calzolai di Assisi ottenne dai canonici del duomo uno spazio tra l’altare di San Gregorio e l’altare del Crocifisso per costruirvi un altare dedicato ai Santi Crispino e Crispiniano patroni dell’arte, e a farvi dipingere un quadro con l’immagine dei due santi. L’accordo non ebbe alcun seguito, come rivela il silenzio nelle visite pastorali compiute dal vescovo Rondanini nel 1653 e nel 1659.
            Il 31 maggio 1660 il canonico Lattanzio Sermattei e il falegname todino Fabrizio Lorenzi stipularono un contratto per l’esecuzione di un altare ligneo dedicato al beato Gaetano Thiene. Il Lorenzi s’impegnanava a costruire una mostra in legname sulla base di un disegno ispirato all’altare di San Lorenzo presente nella stessa cattedrale di San Rufino, e a consegnare l’opera finita entro tre mesi a decorrere dal primo giugno dell’anno corrente. Lattanzio Sermattei a sua volta s’impegnava a fornire tutto il legname, chiodi e ponteggi occorrenti, nonché un alloggio e la somma di 60 scudi. A giudicare l’opera era chiamato Giacomo Giorgetti, pittore in Assisi.
            L’altare era già pronto nel 1664, compreso la pala d’altare che ritraeva Maria Vergine con alla destra san Pietro Martire e a sinistra il beato Gaetano Thiene, ma la tela fu fatta rimuovere per ordine del vescovo Paolo Emilio Rondanini nel corso della visita pastorale compiuta nel dicembre 1669, in ossequio ai decreti del Concilio di Trento, in quanto Gaetano Thiene non era stato ancora assunto alla gloria degli altari.
            Ne dà notizia lo stesso Sermattei in una lettera del novembre 1670, dove ricorda come egli “fece a proprie spese erigere in detta chiesa dell’anno 1664 un decente altare ornato d’intagli et oro, con dedicarlo per sua devotione al B. Caietano Thiene. Il quale il Signor Cardinale Rondinini Vescovo di quel tempo (ancorché vi affluisse frequenza di devote persone con voti) ordinò l’amotione dell’immagine del beato, richorendo al decreto della S. Congregatione de Riti. Il medesimo canonico ha oggi fatto formare un nuovo e più riccho e nobile quadro con l’imagine in esso della Beatissima Vergine Nostra Signora e del Bambino Gesù con Gloria, et al di sotto in corno dell’Evangelo l’Imagine di S. Pietro Martire, et in quella dell’Epistola la figura dell’istesso D. Caietano senza splendori”. In realtà, nella prima Visita Giustiniani del dicembre 1670, Lattanzio Sermattei è invitato a provvedere l’altare del necessario; situazione sanata nella seconda Visita Giustiniani dell’aprile 1674.
            Nelle Storie di Assisi di Antonio Cristofani il quadro fu ricordato sotto il nome di un altrimenti ignoto Pietro Angelini, attivo sullo scorcio del XVIII secolo; un bozzetto preparatorio era in quel tempo presente in casa Confidati Sermattei. Nel secondo volume di Pittura del ‘600 e ‘700: Ricerche in Umbria, uscito nel 1980 a cura di Liliana Barroero, Vittorio Casale, Giorgio Falcidia, Fiorella Pansecchi e Bruno Toscano, il quadro è stato attribuito a Francesco Refini di Spoleto, pittore assai attivo nell’ambiente spoletino nella seconda metà del ‘600. Il nome di Refini è confermato dalla notizia che ne trova nella Visita alla diocesi di Assisi compiuta nel 1717 dal vescovo Simone Marco Palmerini, dove “il quadro in tela” è detto “opera del Refini di Spoleto”. Sotto la pala principale era un tempo presente un secondo dipinto con l’immagine di san Luigi Gonzaga, del quale si sono perse le tracce.
            L’altare di San Gaetano Thiene si trova in testa alla navata settentrionale della cattedrale. Purtroppo è stato privato della mensa d’altare per mettere in luce la parete in travertino di un muro di epoca romana, ma ancora conserva le tele di Refini nella cimasa e nel vano dell’altare.

Francesco Refini
Elvio Lunghi

Parlo di storia dell’arte agli studenti stranieri di Perugia.

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