Il 24 agosto 1486 “Antonia filia olim Simonis Botacii et uxoris olim Constantii de Perusio” donò “irrevocabiliter inter vivos decem et octo florenos Iacobo ser Mariani” in qualità di procuratore della chiesa di Santa Maria degli Angeli, perché li destinasse “maxime pro pictura fienda supra chorum dicte ecclesie”, a patto che come procuratore del convento s’impegnasse a fargli avere una sepoltura sotto la trasanna delle cappelle nel chiostro della chiesa, “in qua omnino velle sepelliri”. Il documento pubblicato da Cesare Cenci non dice altro. Insomma, sembra che questa Antonia di Simone Botacci partecipasse a una sorta di Crowdfunding, una raccolta di fondi destinati ai lavori in corso di esecuzione nella chiesa della Porziuncola, e in particolare per far eseguire una pittura sopra il coro dei frati. Il nuovo coro sostituì il vecchio addossato alla parete absidale della chiesa e ne fu accottimata la costruzione il primo giugno 1485 a un maestro muratore lombardo, Gasparrino di Antonio da Lugano, che s’impegnò a ultimare la fabbrica nel mese di settembre, in tempo per la festa di san Francesco che cadeva il 4 ottobre. Un’idea dell’aspetto originario di questo coro ci è restituita dalle storie del Perdono di Tiberio di Diotallevi nella “cappella delle rose”, dove si vede san Francesco che dall’alto di un palco annuncia l’indulgenza del Perdono nel sagrato antistante. Tiberio copiò la facciata con l’affresco di Nicolò Alunno che viene rammentato nelle Vite del Vasari. Il tetto a due spioventi è coperto da un soffitto a cassettoni piani sorretto da pilastri poligonali a rocchi bianchi e rossi, mentre alle sue spalle s’intravede una grande fabbrica che corrisponde al coro del 1485. Coro e loggia risalgono agli stessi tempi: i pilastri che sorreggono il cassettonato, oggi conservati nel museo della basilica, sono identici nella forma, anche se più piccoli nelle dimensioni, ai pilastri che portano le logge del chiostro retrostante la chiesa papale di Assisi, iniziato nel 1472 al tempo di Sisto IV e realizzato dallo stesso Gasparrino di Antonio. È Giorgio Vasari nella vita di Pietro Perugino a fare il nome del pittore che decorò la parete di testa del coro: “Lavorò similmente al Montone, alla Fratta, ed in molti luoghi del contado di Perugia e particolarmente in Ascesi a Santa Maria degli Angeli; dove a fresco fece nel muro dietro alla cappella della Madonna, che risponde nel coro de’ frati, un Cristo in croce con molte figure”. Era una Crocifissione monumentale ma se ne conserva poco meno della metà, per essere stata parzialmente distrutta insieme al coro dei frati quando fu costruita la grande cupola su disegno di Galeazzo Alessi. Quel che resta mostra san Francesco che abbraccia in ginocchio la croce di Cristo, avendo accanto Maria Maddalena in piedi che leva lo sguardo verso l’alto. A sinistra è un gruppo di pie donne che si stringono intorno a Maria e la sorreggono mentre cade svenuta a terra. Più a sinistra è un fanciullo seminudo seguito da due farisei a commentare la storia. Sullo sfondo compaiono due soldati a cavallo. Il racconto di Vasari trova conferma in una notizia trovata da Cesare Cenci nell’archivio del Sacro Convento di Assisi, dalla quale risulta come il procuratore del convento di San Francesco il 18 luglio 1486 spendesse 3 soldi e 6 denari “in ova pro mag. Petro de Castro Plebis pintore”. Nello stesso registro è regolarmente registrato l’acquisto di uova ogni sabato, ma non si sa se queste uova erano destinate alla mensa dei frati o se erano utilizzate dal pittore nel suo lavoro. Semmai mi chiedo per quale ragione ad acquistare le uova fu il procuratore del convento di San Francesco: significa forse che Pietro Perugino dipinse per i frati di Assisi un’opera della quale non è rimasta notizia? Sempre Vasari ricorda un “Andrea Luigi d’Ascesi, chiamato l’Ingegno [tra i] discepoli di Pietro miglior maestro di tutti”, che avrebbe dipinto accanto al Perugino nelle opere “che lavorò in Ascesi”, cioè verosimilmente in questa Crocifissione di Santa Maria degli Angeli. Degna d’attenzione è come la fascia decorata posta sotto la Crocifissione sia pressoché identica alle fasce decorative dipinte da Pierantonio Mezzastris all’interno dell’oratorio dei Pellegrini di Assisi, dove Pietro Perugino dipinse le figure dei santi Giacomo e Ansano nella parete interna di facciata in compagnia del Mezzastris che decorò le altre pareti della cappella. La collaborazione tra pittori perugini e pittori folignati torna anche alla Porziuncola, con Pietro Perugino presente alla parete del coro e Nicolò Alunno sulla parete di facciata.