La cappella di San Giovanni Battista nella navata meridionale di Santa Maria degli Angeli è ricordata in antiche descrizioni come proprietà dei signori Locatelli di Assisi. Se ne trova conferma in un rogito notarile nelle carte del notaio Francesco Benigni conservate nell’Archivio di Stato di Assisi. La notizia più antica risale all’8 gennaio 1605, quando Palmina Confidati, vedova di Papirio Locatelli e tutrice del figlio Bernardino, e Sariato Locatelli, figlio di Bernardino Locatelli e cognato di Palmina, si accordarono con il pittore Cesare Sermei di Orvieto per affidargli la decorazione di una cappella, secondo quanto aveva lasciato scritto nel 1602 Bernardino Locatelli, padre dei fratelli Papirio e Sariato. Il contratto prevedeva che “mastro Cesare debba ornare una cappella nella chiesa della Madonna delli Angeli di pitture, stucco et oro con le historie di Santo Giovanni Battista che più piaceranno, cioè la volta di sopra sia di pittura e stucco finte con tre historie di pitture e prospettiva con stucco finto et oro dove ricercarà, sotto alla volta sia con tre historie di pittura et ornata di stucco et oro et statue di rilievo …. Item che detto mastro Cesare debba finire et se obliga in doe anni prossimi, da cominciare subito, che le sarà consignato il sito dalli padri della Madonna”. Palmina Confidati s’impegnava a pagare seicento scudi al pittore, venticinque subito e i rimanenti quindici scudi al mese per i due anni seguenti; lo stesso avrebbe dato Sariato Locatelli. In realtà la decorazione della cappella avrà una lunga gestazione, che richiederà non meno di tre lustri. Tra le cause del ritardo ci furono le complicate cornici dorate con le statue in stucco già previste nel contratto del 1605, dove s’indicava come modello da seguire le cornici già esistenti in una cappella fatta decorare dai signori Contucci di Cannara, identificabile nella cappella di San Pio V nella stessa navata. Il 7 settembre 1605 Sermei aveva dato questo incarico a Giovanni Branca da Pesaro, che si era impegnato a ultimare l’opera nel termine di dieci mesi. Passata la data gli stucchi non erano stati ancora realizzati, così il 3 novembre 1610 Giovanni Branca fu costretto a cedere l’incarico a Domenico Bongiovanni da Gaeta, che avrebbe utilizzato i materiali già presenti all’interno del cantiere.
Anche Sermei non fu particolarmente celere nell’eseguire la sua parte pittorica. Nel luglio 1620 doveva ancora ricevere sessanta scudi da Bernardino Locatelli, che lo avrebbe pagato solo in caso che Sermei avesse provveduto a “revedere et retocare le picture e i lavori facti in dicta cappella”, evidentemente cambiando alcune parti non perfettamente eseguite. Soltanto otto anni più tardi, nell’ottobre 1628 Sermei ebbe da un Francesco Locatelli il saldo di 31 scudi residui. Insieme a una pala d’altare con il Battesimo di Cristo e a numerose storie ad affresco della vita del Battista, sulle pareti della cappella si vedono quattro ovali con busti maschili, due di adulti e due di fanciulli, evidentemente ritratti di membri della famiglia Locatelli.
È verosimile che l’uomo anziano a sinistra dell’altare sia il fondatore della cappella, cioè Bernardini Locatelli, e che l’uomo maturo sulla destra rappresenti Papirio, il marito defunto di Palmina Confidati. Non si sa invece chi vogliano raffigurare i due ritratti con giovinetti nell’arco d’ingresso. I Locatelli furono una famiglia di mercanti originari di Bergamo, trasferitisi ad Assisi nei primi decenni del Cinquecento per esercitarvi il commercio di panni di lana e di lino, e che in tempi rapidi conquistarono un ruolo di rilievo nella vita economica e di rappresentanza politica. Ad Assisi i Locatelli acquistarono un edificio posto lungo la strada che va dalla piazza del Municipio alla porta di San Giacomo, che corrisponde all’odierna Casa Papa Giovanni in via San Paolo. Lo fecero ristrutturare e ne fecero decorare i saloni al piano nobile con soffitti decorati da complicate grottesche, benché di aspetto assai differente rispetto alle decorazioni di Cesare Sermei presenti nella cappella di Santa Maria degli Angeli.