Tra le cappelle allineate lungo le navate laterali della chiesa di Santa Maria degli Angeli, la seconda a cornu evangelii è dedicata all’Incoronazione della Vergine: dogma mariano molto venerato dai frati Minori, che fa capo alla dedicazione a Santa Maria degli Angeli della chiesa eletta da Francesco a caput et mater della religione da lui fondata in loco Portiuncolae, ai piedi del colle di Assisi. La devozione verso la Porziuncola fu particolarmente intensa tra i frati che seguirono la riforma dell’Osservanza, iniziata nel 1368 con la licenza concessa al beato Paoluccio Trinci dal ministro generale Guglielmo Farinier, di vivere in povertà e nel rispetto della primitiva regola di san Francesco, nel romitorio di San Bartolomeo di Brogliano in vetta alla montagna folignate. È in pratica il soggetto del grande retablo dipinto da Prete Ilario da Viterbo per la chiesa di Santa Maria degli Angeli, seguendo il racconto della concessione dell’indulgenza del Perdono ottenuta da Francesco con la miracolosa fioritura dei rovi presso la Cappella delle Rose, che trova nel vertice l’immagine del Cristo e della Vergine mentre accolgono un omaggio floreale loro offerto dal santo penitente. Nel 1450 la “Madonna degli Angeli” fu interpretata da Benozzo Gozzoli in una pala d’altare destinata al luogo dei frati in San Fortunato di Montefalco, ma evidentemente questa versione – ispirata alla leggenda della cintola della Vergine conservata nel duomo di Prato – incontrò tiepidi consensi all’interno della famiglia francescana, e nella seconda metà del secolo gli verrà preferito il momento dell’incoronazione di Maria seguita alla sua morte e ascesa al cielo, rappresentato dai rilievi robbiani della Porziuncola e della Verna, e dalla grande tavola dipinta da Domenico Ghirlandaio per il luogo di San Girolamo a Narni, con la novità del san Francesco in mezzo a santi e a frati al posto del sepolcro circondato dagli apostoli. La pala di Narni sarà indicata come modello a Raffaello dalle monache di Monteluce di Perugia, e sarà copiata dallo Spagna per i luoghi dell’Osservanza di Todi e di Trevi. Nella Breve e compendiosa descrizione della sacra Basilica di Santa Maria degli Angeli detta di Porziuncola la cappella dell’Incoronazione nella navata è chiamata “Cappella del Santissimo Sacramento”. Questo spazio, a ridosso della cappella della comunità di Perugia, fu ceduto il 5 gennaio 1600 dal guardiano del convento della Porziuncola al mercante perugino Annibale Veglia, per costruire una cappella simile a quella che era stata fatta costruire da Laura Pontani Coli, con un altare fornito di una tavola e di adeguati paramenti. La famiglia Veglia era originaria di Perugia ma possedeva vaste proprietà terriere nel territorio di Torre d’Andrea, castello del contado assisano. La cronaca del convento della Porziuncola racconta come questa cappella era stata dotata per volontà testamentaria del “Signor Quintiliano Veglia Cittadino, e Mercante Perugino [il quale] fece il suo Testamento li 18 novembre 1582, nel quale mancando la sua linea masculina istituì suo erede universale il Sagro Convento in tutti li suoi Beni, che possedeva nel Territorio d’Assisi, e Torre d’Andrea per una parte. E l’Ospedale della Misericordia di Perugia in tutti li suoi Beni, che possedeva fuori del Territorio d’Assisi per l’altra”.
Questa cappella “fu la prima, che fosse stabilita, et ornata nella Chiesa Grande, comprata, et abbellita dalli Signori Quintiliano, et altri Fratelli Veglia l’anno 1600. E perché fu la prima, fu collocato in essa il Santissimo, e si conserva sino al presente”: evidentemente ospitava un ciborio eucaristico in assenza di ulteriori spazi idonei. La decorazione della cappella consiste in alcune grandi tele tese su telai applicati alle pareti. Il quadro sopra l’altare è una copia della pala con l’Incoronazione della Vergine commissionata a Raffaello e ultimata dalla sua bottega per l’altare della chiesa esterna del monastero di Santa Maria di Monteluce a Perugia. Sulla volta è la figura dell’Eterno e figure di Angeli ai lati. Alle pareti laterali due grandi tele, con a sinistra la cena mistica di san Francesco e santa Chiara alla Porziuncola e a destra un miracolo di san Diego d’Alcalà, che coinvolse don Carlos, figlio del re di Spagna Filippo II d’Asburgo. L’intera decorazione è del baroccesco perugino Simeone Ciburri, che vi lasciò la firma e la data 1603.