18 Gennaio 2022

Mezzo maiale

Mauro Balani
Mezzo maiale

Al di là del bene e del male

La storia di molti uomini non è troppo dissimile da quella del maiale, che viene sempre calunniato da vivo e apprezzato da morto. La sua uccisione è un rito antico che esige una sospensione di giudizio sulla apparente natura cruenta. Quando l’animale ha raggiunto il massimo splendore, pesando tra i 150 e i 200 kg, gli viene fatta la festa invitando amici e parenti.  Il norcino arriva sempre con le prime luci dell’alba e stabilisce un rassicurante rapporto con il predestinato, quasi benevolo se non fosse per gli obblighi del mestiere e le aspettative di chi lo ha convocato.  Il maiale, a digiuno da un giorno almeno, come fosse entrato dal barbiere viene accolto nel domestico scannatoio con l’acqua calda e un panno per la pulizia del collo, proprio dove alla sua vita sarà dato un taglio. Per risparmiare ansia e dolore all’animale, viene dapprima stordito così da indurlo in uno stato di incoscienza e insensibilità che dovrebbe perdurare durante l’intera pratica di macellazione. Ma è solo l’aristocrazia dei norcini che, oltre alle regole dell’arte, conosce e custodisce anche il segreto dello stordimento eccezionale, mirabile artificio grazie al quale (come spesso si sente dire) è possibile ammazzare anche soltanto mezzo maiale.

Mauro Balani

Nato in casa nel giorno bisestile, figlio di operai e nipote di contadini, laureato in scienze economiche e bancarie, dirigente d’azienda, sa preparare la torta di Pasqua e ha vinto anche un premio, crede di aver visto il regolo ma non è sicuro.

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