26 Ottobre 2021

Mangiare con i frati

Mauro Balani
Mangiare con i frati

e a letto con le galline

Superato l’equinozio d’autunno, le ore di buio aumentano gradualmente quanto inesorabilmente. A margine delle vane chiacchiere, come delle corpose riflessioni, ognuno annota che le giornate si fanno sempre più corte. I giorni di 24 ore sono una illusoria convenzione degli uomini che mai trasse in inganno le galline, pur denigrate come animali scarsamente intelligenti. Indifferenti all’ora e alla stagione, si sfamano fino al tramonto e vanno a dormire appena cala il sole. Mentre in Italia viene detto “mangiare con le galline” per significare una cena di buon’ora, gli assisani fanno eccezione e ripetono soltanto “svegliarsi o andare a dormire con le galline”, per apostrofare chi dal letto presto si leva o nel letto tosto si distende. Nei secoli sembrò più invitante immaginare una cena anzitempo evocando il “mangiare con i frati”, così come detto e tramandato. Non dissimile è l’ora in cui frati e galline consumano l’ultimo pasto ma mentre nel cortile si beccano semi e vermi, in refettorio vengono condivisi lauti pasti, essendo stati assunti i migliori cuochi di Assisi. Nei proto conventi si cenava presto per guadagnare tempo alla compieta. Oggi, sempre in devozione, guadagnano tempo anche per la digestione.

Mauro Balani

Nato in casa nel giorno bisestile, figlio di operai e nipote di contadini, laureato in scienze economiche e bancarie, dirigente d’azienda, sa preparare la torta di Pasqua e ha vinto anche un premio, crede di aver visto il regolo ma non è sicuro.

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