L’andata della processione vespertina procede a fiaccole spente e il ritorno a fiaccole accese. In via San Francesco sono sempre accese sia all’andata che al ritorno.
Per secoli storici e teologi si sono interrogati sulla esatta data della morte di Gesù. Solo con il contributo degli astronomi si è giunti a una conclusione. Scienziati inglesi hanno accertato il verificarsi di una eclissi di luna il 3 aprile del 33 d.c., ben visibile da Gerusalemme. Potrebbe sostanziare la cosiddetta “Eclissi della Crocefissione”. Svelato il mistero del buio a mezzogiorno citato dagli Evangelisti, restano da esplorare le ragioni che regolano la luce della processione del Cristo Morto. Al ritorno le fiaccole hanno viva fiamma ovunque e il chiarore ben si concilia con la ricongiunzione della Madre al Figlio. All’andata sono spente sino al seminario francescano e accese nel tratto a seguire, senza che ciò possa essere ricondotto a un significato liturgico o a un canone rappresentativo. Dove non possono gli studiosi, solo nella memoria orale possiamo confidare. Si dice e si tramanda che lo si deve ad una precisa disposizione data da Arnaldo Fortini, podestà, a Mario de Scaprino, infiaccolatore. Pretendere di sapere perché sarebbe un atto di superbia intellettuale a negare il lume della fede. La processione mette tutti in fila e c’è chi conta. Solo chi porta il Cristo non canta.