Nel vino novo e a piazza Nova
Dopo la svinatura e la torchiatura, quando i freddi autunnali non sono più episodici ma persistenti, è tempo di travasare il vino nuovo in una giornata asciutta e senza vento. Meglio dopo la notte di luna piena: noto che la crescente favorisce l’aceto e la calante, se va bene, un vinello da ammollarci il pane con lo zucchero. La buccia dell’uva sedimenta a pezzetti nel mosto e conferisce alla fermentazione un odore così nauseabondo da costringere alla ossigenazione del vino per strapparlo alla sua parte peggiore ch’è la feccia. Per libera estensione in Assisi è feccia anche la componente sociale meno incline ai prevalenti riferimenti culturali. Il popolo di Piazza Nova nel tempo è stato ritenuto la feccia di Assisi e nessuno nel quartiere ha mai disdegnato questo tratto distintivo. Il saluto rivolto ai neonati maschietti è sempre stato: “Ecco la feccia de Piazza Nova”, che suonava come un augurio e non sembrava una condanna. Le leggi della fisica vorrebbero ogni feccia depositarsi in basso e può sembrare strano che in città sia precipitata nella parte alta. Ma se è vero che i soldi mandano l’acqua per l’insù avranno allontanato in alto anche la feccia, dove le facili ricchezze non sono state mai di casa.