Oggi parliamo di una pianta officinale di cui tutti gli abitanti delle nostre zone conoscono l’odore. Si tratta dell’Elicriso italico, presente in collina e montagna, tipica della macchia mediterranea. In primavera ed estate avvolge col suo profumo il monte Subasio.
Pare che il suo nome derivi da due parole greche: helios, cioè sole e chrisos che significa oro. Probabilmente per i suoi fiorellini che sono di un giallo intenso. La piantina, che appartiene alla famiglia delle Composite, arriva fino a qualche decimetro, una sempreviva, la si trova in qualsiasi stagione – ma è in fiore in primavera e in estate – ed è tenacissima. Diciamo che le piante autoctone spesso descrivono il carattere dei propri abitanti.
In fitoterapia è molto utilizzato, perché ha tante proprietà: antinfiammatoria, espettorante, analgesica, decongestionante, utile nel lenire disturbi derivanti da eritemi e varie altre patologie della pelle, ma anche da problemi di circolazione. Per esempio, creme e unguenti a base di Elicriso sono usate spesso per lenire i disturbi emorroidari.
Riprendiamo una curiosità dal sito zenstore.it ( https://www.zenstore.it/Elicrisio-Italico/ )
Gli studi effettuati sull’Elicriso, e quindi sui suoi effetti a livello della pelle e dell’apparato respiratorio, vennero effettuati dal dottor L.Santini il quale, avendo notato che alcuni contadini della Toscana, ove lui operava come medico, lo utilizzavano già per curare le affezioni bronchiali del bestiame. Fu così che egli volle sperimentarlo sui suoi pazienti, ottenendo così ottimi risultati, e vide inoltre un’azione favorevole nei pazienti con affezioni eczematose e soprattutto psoriasiche, e nel 1949 pubblicò i risultati delle sue osservazioni. Allo stesso modo, tramite questi esperimenti, egli ottenne risultati degni di attenzione anche nel trattamento delle ustioni e dei geloni, infatti egli notò una più veloce scomparsa delle manifestazioni dolorose, del prurito e del bruciore. Tutti questi dati furono poi confermati ed approfonditi. L’elicriso è ancora oggi oggetto di studio.
In cucina è assai utilizzato, ma con parsimonia, perché ha un aroma molto potente. Secondo alcuni, rassomiglia al curry (non secondo chi scrive…), ma ha anche un sentore di liquirizia.
In ogni caso può essere utilizzato al pari di origano, maggiorana, menta, eccetera per insaporire sia primi piatti che quelli a base di carne.