11 Gennaio 2022

Il pane per i denti

Mauro Balani
Il pane per i denti

dei santi penitenti

Per evitare una confusione di persone, la Chiesa assegnò a sant’Antonio abate e a sant’Antonio da Padova degli attributi difficilmente equivocabili: un maiale all’eremita di Coma e un giglio al frate di Lisbona. Il maiale fu inseparabile compagno dell’abate, e con il suo grasso i monaci antoniani curarono l’herpes zoster o fuoco di sant’Antonio. Al giglio mai rinunciò il francescano, e in povertà elesse questo fiore di campo a simbolo della purezza. La sussistenza di prerogative proprie non impedì la comunione del pane tra i due. Tutto ebbe inizio quando a Padova Antonio resuscitò il piccolo Tommasino annegato in una bacinella d’acqua e dopo il miracolo la madre offrì del pane ai poveri. L’episodio venne consegnato alla sempre incerta memoria orale e nessuno più distinse il frate dall’abate. In Assisi sia il 13 giugno che il 17 gennaio delle piccole rosette benedette vengono distribuite ai fedeli, certi che un santo vale l’altro purché si dia da fare e sappia perdonare. Bisogna sapersi accontentare, in coscienza non ci si può aspettare anche l’assoluzione da tre peccati mortali: buttare il pane senza prima baciarlo, non raccogliere tutte le briciole in terra, capovolgere la pagnotta sottosopra invertendo l’ordine divino di una croce superiore segnata a lievitare e propiziare.

Mauro Balani

Nato in casa nel giorno bisestile, figlio di operai e nipote di contadini, laureato in scienze economiche e bancarie, dirigente d’azienda, sa preparare la torta di Pasqua e ha vinto anche un premio, crede di aver visto il regolo ma non è sicuro.

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