con tanto di cappello
La festa dei morti non è una rimpatriata a suon di musica e buffet, bensì la commemorazione dei defunti con preghiere di suffragio per le anime purganti. Se la loro memoria non è onorata, verranno a tirarti i piedi nel sonno. I tirapiedi oggi si umiliano nell’assecondare i potenti, mentre in passato furono i servili aiutanti del boia, col compito di rendere breve l’agonia degli impiccati stirandogli i cianchetti. D’altro canto la morte, attesa o improvvisa, arriva sempre in punta di piedi, e per i piedi muove la salma in chiesa come in casa. Per non favorire una rapida dipartita, guai quindi a dormire in una camera dove il letto è orientato verso la porta. E ancora guai a poggiare i cappelli sul letto se non si vuole invocare la cattiva sorte; di norma e per educazione si appendono all’ingresso. Solo il medico in emergenza e il prete nell’estrema evenienza, hanno una fretta tale da porre il loro copricapo al capezzale; ma è circostanza che si tende a scongiurare. Non minore sventura discende dal rifare un letto in tre; morirà la più giovane, per aver perduto il suo buon tempo nei dettagli del giaciglio come fosse un catafalco.