Dopo la Messa in Coena Domini e il rito della Scavigliazione, la sera del Giovedì Santo si fa il giro dei Sepolcri. Mai espressione fu più impropria, vero che Gesù muore nel pomeriggio del Venerdì.
I tabernacoli non vengono ornati a rappresentare la sepoltura, bensì la reposizione del pane eucaristico. Tradizione vuole all’altare semi di grano che, germogliati al buio, si presentano di colore bianco, evocando il passaggio dalla morte alla resurrezione. Per diffusa credenza, mai certificata dalla dottrina, le visite alle diverse chiese dovrebbero essere o cinque, quante le piaghe di Cristo, o sette, quanti i dolori della Madonna. In Assisi la credenza è meno stringente, capace di mantenere i riferimenti evangelici e meglio declinarli tra gente che ama credere ognuno a modo. Regola imporrebbe un qualsivoglia numero dispari, tuttavia, i più fanno un solo Sepolcro. Non a caso un frate della Chiesa Nuova, che sapeva di latino, amava così tradurre lo Stabat Mater a beneficio del fedele assisano: Cuius animam gementem, contristatam et dolentem / Il suo animo gemente, contristato e indolente.