“Magnece ‘l pane”
Col progressivo venir meno dei sopravvissuti alle grandi guerre, sta scomparendo l’ultima generazione che ha conosciuto la fame vera, da non confondere con il languore. Una cosa è il vago desiderio di mangiare, altra il dolore del morso allo stomaco. Tende a sottovalutare il problema chi non ha provato i crampi per giorni e giorni, e così associa la carenza di cibo solo ai brutti come la fame che dormono in stazione, o ai morti di fame in paesi esotici di cui non ricorda il nome. Più frequentemente la fame viene ormai identificata con l’impulso irrefrenabile, l’avidità e la bramosia di gloria, successo, ricchezze. Felicemente indistinta rimane la panacea raccomandata ai giovani con senile buonsenso: “Magnece ‘l pane”. Consiglio utile a non esagerare col companatico, così come a contenere ogni ardore, dal politico al sessuale. In Assisi capoluogo non c’è più un fornaio. Lievita l’illusone al posto del pane, tra bassa norcineria e qualche salame.