19 Dicembre 2020

Bonvicino

Daniele Sini
Bonvicino
Flagellanti e San Bevignate - Affreschi a dx dell'Abside

Frate dell’Ordine Templare, fu cubicularius – servitore di camera, coadiutore particolare, guardia del corpo – di ben quattro papi: Gregorio IX, Innocenzo IV, Alessandro IV e Urbano IV. Per i primi due, specialmente, svolse missioni molto delicate. Nel 1240 fu incaricato di punire i comuni del Ducato di Spoleto che avevano sostenuto Federico II nella guerra tra questi e il papa: inflisse pertanto agli abitanti di Foligno, Bevagna, Spello e altre città confische di beni in risarcimento dei danni subiti e delle spese sostenute dai Perugini, fautori del papa. Nel 1244 fu mandato in ambasceria presso lo stesso imperatore, stanziato ad Acquapendente, per una riappacificazione: fallito il tentativo, fu tra i pochi accompagnatori del pontefice nella fuga da Sutri a Genova.
Era assisano e infatti alcuni lo vogliono raffigurato, per volontà dei concittadini, negli affreschi in S. Francesco, mentre veglia durante il sogno di Gregorio IX. Suoi stretti parenti attestati in città, il fratello Rainaldo e il chierico Guglielmo: il primo raccomanda a Innocenzo IV un chierico della chiesa di S. Agata, Giovanni da Assisi, perché ottenga un beneficio; il secondo, a sua volta, ne ottiene uno dallo stesso papa grazie a Bonvicino.

Storie di san Francesco; Navata, Chiesa superiore della Basilica di San Francesco in Assisi

In virtù dei rapporti con Gregorio IX, ebbe per i Templari l’abbazia benedettina di S. Giustino d’Arna (1237), al confine tra le diocesi di Assisi e Perugia, individuata nella documentazione perugina coeva col nome di domus fratris Bonvicini. A lui fu affidata la supervisione delle domus templari di Tuscia, Ducato di Spoleto e Marca Anconitana e sotto la sua direzione sarebbe stata avviata fuori Perugia l’edificazione di S. Bevignate (1256). Spetterebbe a Bonvicino anche la proposta di canonizzazione presso la Curia romana dell’eremita cui la chiesa doveva essere intitolata. Queste iniziative, così come gli affreschi all’interno della chiesa – prima raffigurazione di flagellanti in processione – legherebbero Bonvicino e i Templari alla figura di Raniero Fasani e all’esordio in Perugia (1260) del movimento dei Disciplinati. Secondo la Lezenda, infatti, fra’ Raniero, eremita francescano, avrebbe abbandonato la vita solitaria e dato avvio al movimento disciplinato proprio in seguito all’apparizione del santo Bevignate.

Tra il 1259 e il 1266, prima della definitiva sconfitta degli Svevi, Bonvicino fu il riferimento dei papi nella gestione del complesso rapporto con Perugia, principale braccio armato della Chiesa nel Ducato e che, però, in più occasioni parve sul punto di abbandonare la causa guelfa. L’intensa attività diplomatica di Bonvicino avrebbe scongiurato l’eventualità. Ma proprio a partire dal 1266 il suo nome scompare dalla lista dei rappresentanti del comune perugino presso la Curia papale e dalla documentazione.

Daniele Sini

Dottore di ricerca in Storia medievale, fa parte del comitato di redazione del Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria e coordina quello degli Atti dell’Accademia Properziana del Subasio. Insegna materie letterarie presso la scuola media del Convitto Nazionale di Assisi.

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