Pur d’avere pane e vino, scaccia l’acqua fra Magnino.
Già da anni parrocchie e conventi affidano il loro fabbisogno finanziario all’8 per mille e alla gestione delle foresterie. Un tempo erano molto più dipendenti dai magri o abbondanti raccolti delle campagne. Centinaia di mezzadri coltivavano i tanti poderi proprietà degli istituti religiosi. Motivo sufficiente per vigilare sui temporali, pensando alle messi e non solo alle messe.
Quando i lampi e i tuoni lasciavano presagire grandine o pioggia di particolare intensità, veniva chiesto l’immediato intervento dei campanari. Il primo e più lesto era fra Magnino del Sacro Convento. Dal Colle del Paradiso teneva sottocchio una gran moltitudine di campi, prima che fossero seminati a cemento.
Tutte le campane di Assisi rintoccavano a distesa “l’acquaria”. Per i credenti era un modo di invocare il ravvedimento dell’avverso cielo. Per i diffidenti solo l’invio di onde sonore a diradare i nuvoloni spezzandone il carico magnetico.
Scongiurato il peggio, non restava che attendere la mietitura e la vendemmia.