12 Maggio 2020

Zizzania

Andrea Cova
Zizzania

La zizzania è una pianta, ma anche un atteggiamento da cui gli assisani non sono esenti, nonostante la terza S cittadina, Santi.
Che soffi il tiepido zefiro primaverile o la ghiacciata tramontana che spira da nord, non ha importanza: la zizzania fiorisce col (e nel) Calendimaggio. Spiga tra settembre e ottobre, sboccia tra aprile e maggio. In barba ad ogni regola botanica codificata spunta tra una pietra e l’altra per tutto l’anno; da noi è una pianta sempreverde.
Come la musica, il canto, la recitazione e la ricerca storica, la zizzania meriterebbe di essere uno tra gli elementi di giudizio che concorrono alla conquista del Palio.
Parte essenziale dell’assisanità calendimaggesca, la zizzania va a braccetto col pettegolezzo. Si diffonde con l’endemico chiacchiericcio di un borgo in posizione elevata, vegliato da un monte e protetto da una cinta muraria.
Il tiepido zefiro primaverile o la ghiacciata tramontana si incuneano tra i vicoli stretti e fanno sibilare la voce della zizzania, che sussurra parole dette ad arte, ma anche non dette; parole sentite o che sembra di aver udito, un canto di Sirene a cui ben poco serve assicurarsi a un albero maestro.
Pianta, atteggiamento, sibilo, canto di Sirene o semplicemente vescia, la zizzania è comunque radicata nel pensare (e agire) di Calendimaggio, che esso si faccia o si farà. O non si faccia.

note etimologiche di Carla Gambacorta

Zizzania, voce dotta da zizaniam, plurale di zizanium (greco zizánion), è una di quelle parole che si devono al latino cristiano, e precisamente alla parabola evangelica del seminatore che «superseminavit zizania in medio tritici», corruppe cioè il grano con quest’erba infestante. Il loglio. Questa voce – da noi più frequente nella forma zinzania – è d’uso comune in senso metaforico, e indica discordia, lite, inimicizia (che vengono seminate), in relazione alle proprietà insite nella stessa pianta. Così infatti la rappresenta un noto scrittore di agricoltura del ’300, Pier de’ Crescenzi: «Il  loglio ovvero zizzania nasce tra ’l grano ne’ secchi tempi, ed ha virtù acuta e velenosa, ed oppia la mente e perturbala ed inebbria».

L’ascolto musicale
a cura di Giulia Testi

Vecchie letrose, Adrian Villaert

Andrea Cova

Riuscire a capire come sia iniziata la mia passione per la fotografia non è affatto semplice. Questa personale "recherche" non ha le madeleines di Proust, ma una piccola macchina fotografica che si trovava in regalo col fustino del Dash poi in anni più recenti, anche se non così vicini, la protagonista è una Minolta a pellicola. Si, c’era ancora la pellicola, il digitale sarebbe arrivato qualche tempo dopo. Approdo alla fotografia digitale, senza dimenticare l'analogico e credo che non mi fermerò. Non mi chiudo in unico genere, non mi piace avere confini, adoro spaziare e provare. Nessuna etichetta.

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]