25 Maggio 2020

Magistrato

Giorgio Bonamente
Magistrato

Lo Statuto dell’Ente Calendimaggio e il Regolamento della Festa precisano il ruolo del Magistrato-Presidente, una denominazione singolare che mette in evidenza una duplice natura. Tra le decine di casi in cui ricorre tale espressione, si impone la formulazione dell’Articolo 11 dello Statuto: Il Magistrato del Calendimaggio, che è anche il Presidente dell’Ente. Il vantaggio immediato è quello di dare senso a questa voce dell’abbecedario del Calendimaggio che non c’è, mentre per quanto riguarda la persona del Magistrato-Presidente emerge una duplicità insidiosa per la sua sanità mentale, qualora egli si sentisse autorizzato a fare il Magistrato quando si immerge nello spirito del Calendimaggio e il Presidente quando partecipa alle riunioni dell’Ente. Ma le cose non stanno proprio così, come rassicura l’articolo 17 e questo dovrebbe tranquillizzare il detentore pro tempore della carica. Il termine magistrato vuole proiettare la carica nel Medioevo e fissare la dimensione di una realtà distinta da quella attuale. Affiora infatti il significato proprio di un termine, che per tutta l’antichità ha indicato la funzione pubblica (magistratus ‘magistratura’) e quando si presentava come magister indicava una funzione importante ma subordinata, come il magister equitum (collaboratore del dictator), oppure i vari magistri, ministri alla corte degli imperatori nella tarda antichità. In ogni caso è certo che il magistrato di cui stiamo parlando non ha nulla a che fare con i magistrati veri del nostro tempo: ne deriva che il Magistrato del Calendimaggio non è un giudice e, soprattutto, non ha la spada della giustizia. C’è da augurarsi che chi detiene pro tempore tale ufficio sappia fare tesoro dell’insegnamento della storia e delle indicazioni dei Padri fondatori del Calendimaggio..

note etimologiche di Carla Gambacorta

Magistrato proviene dal latino magistratum, che deriva per via dotta da magister, mentre maestro arriva a noi per via popolare. Tutto parte dall’avverbio magis ‘più’. Oltre alle accezioni specifiche, la voce magistrato racchiude anche quello di persona che ricopre un’importante carica pubblica e, in antico, sigificava inoltre artista, artigiano, o anche guida, modello. Scrive nel Cinquecento Francesco Guicciardini: «È verissimo e degno di somma laude quel proverbio che il magistrato fa manifesto il valore di chi lo esercita».

L’ascolto musicale
a cura di Assisi Mia

Inperayritz de la ciutat joyosa – Llibre Vermell de Montserrat (S. XIV)

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